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Cocaina 2 (200 x 133)Obama, we have a problem. La cocaina sequestrata in tutto il mondo nel 2011 ha superato la stima della produzione mondiale fornita dagli Stati uniti d’America. Ad un mese dalla fine dell’anno, sono state intercettate sulle rotte mondiali oltre 734 tonnellate, ma il Dipartimento di Stato americano afferma che al mondo se ne producono soltanto 700. Una contraddizione destinata ad ampliarsi fino alla fine dell’anno: al 31 dicembre stimiamo verranno sequestrate tra le 744-794 tonnellate di cocaina. Come dire: il contadino dice di avere dieci polli e la volpe gliene mangia 12. E tuttavia il contadino riesce a vendere comunque polli al mercato. È evidente che qualcuno sta sbagliando a fare i conti. Noi di Narcoleaks pensiamo che non si tratti soltanto di un semplice errore.
Non tornano i conti neanche con le ultime dichiarazioni ufficiali dell’Unodc (Ufficio Onu per la droga e la criminalità), delle autorità Usa e del Governo colombiano secondo cui la produzione di cocaina in Perù avrebbe superato quella colombiana. Un’affermazione smentita dai dati sui sequestri: nel 2011, circa l’80% della cocaina sequestrata e di cui è stato appurato e reso noto il Paese di produzione, proviene dalla Colombia, mentre dal Perù poco più del 10%. I dati ufficiali sulla Colombia sono ancora più sconcertanti. L’ultima stima fornita dagli americani sulla produzione annua di cocaina in Colombia parla di 290 tonnellate. Ad oggi, però, i sequestri di cocaina colombiana effettuati da diversi paesi è pari a 351,8 tonnellate, cioè al 121.3% della produzione colombiana stimata dal Dipartimento di Stato americano.
A mettere un punto sulla vicenda, ironia della sorte, è la stessa Policia Nacional de Colombia con un suo dispaccio ufficiale. Lo scorso 14 ottobre, nel dipartimento di Meta, ha individuato un “maxi cristalizadero” con circa 6 tonnellate di cocaina, ma soprattutto con una capacità produttiva tra i 500 e gli 800 chili di cocaina al giorno, cioè tra le 182 e le 292 tonnellate di cocaina l’anno1. Se prendiamo per vera la produzione annua stimata dal Dipartimento di Stato americano di 290 tonnellate, vuol dire che in Colombia esiste un solo laboratorio di cocaina. E questo è davvero ridicolo. In Colombia, annualmente vengono individuati e distrutti tra 250 e 300 cristalizaderos attivi e con capacità produttive spaventose, e sono solo una parte di quelli esistenti realmente.
Ma non è ancora finita. A colpire nel cuore le stime fornite dal Dipartimento di Stato americano, qualche giorno fa è stato il “fuoco amico”. Il primo di dicembre, un dispaccio ufficiale della U.S. Coast Guard2 afferma che nel 2011 le autorità statunitensi hanno accertato un traffico di cocaina verso i propri confini di 771 tonnellate, di cui più dell’85% trasportate via mare. Smentendo i dati diffusi dal Dipartimento di Stato (e dalle Nazioni unite), secondo i quali il traffico verso gli Stati Uniti negli ultimi anni si sarebbe ridotto a 200 tonnellate .
Le imbarazzanti contraddizioni sono sotto gli occhi di tutti e non serve sbirciare tra i cable per vederle. Le analisi di Narcoleaks sono il frutto di un monitoraggio quotidiano compiuto da un gruppo di giornalisti e ricercatori italiani in collaborazione con l’agenzia di stampa Redattore Sociale. Oltre 100 le fonti ufficiali istituzionali e giornalistiche controllate ogni giorno dal primo gennaio scorso, più di 4.700 operazioni antidroga che hanno portato al sequestro di ingenti quantitativi di cocaina: una media di 14 importanti operazioni al giorno e di 2 tonnellate di cocaina intercettate quotidianamente in tutto il mondo. La raccolta dei dati di Narcoleaks avviene in modo minuzioso, senza tralasciare i dettagli di ogni sequestro per evitare doppie registrazioni e per cogliere le diverse dinamiche. Narcoleaks ha conteggiato unicamente i sequestri per i quali è certo l’alto grado di purezza della cocaina.
“We don’t publish secrets. We collect evidence”. Non pubblichiamo segreti, ma raccogliamo prove. È questo il motto di Narcoleaks. Non commettiamo nessun tipo di infrazione, non sveliamo nessun segreto di Stato, non abbiamo mai neanche pensato di ottenere file top secret. La nostra forza è nell’evidenza e nella visione d’insieme che purtroppo manca per fenomeni come il traffico internazionale di cocaina. Troppo spesso i media internazionali si fidano ad occhi chiusi dei dati delle Istituzioni governative senza verificare quanto propongono nei loro report annuali. E’ sgradevole, inoltre, sapere che all’interno dei grandi organismi investigativi e nelle grandi sessioni di discussione sulle politiche di contrasto al narcotraffico, ci sia una piena consapevolezza dei dati “sballati”, ma che nessuno abbia il coraggio di farli emergere. Gli interessi sono enormi, i sistemi per occultare la realtà sono sofisticati ma, le bugie hanno le gambe corte e basta un errore per mandare all’aria anche la più collaudata missione spaziale.
Presidente Obama, sappiamo che lei sa bene di cosa stiamo parlando. Quand’era ancora senatore dell’Illinois, era membro del United States Senate Committee on Foreign Relations (SFRC). Nel dicembre 2005, con George W. Bush come presidente degli Usa, il Comitato ha affrontato nel dettaglio il problema della lotta al narcotraffico producendo il documento ufficiale “Plan Colombia: Elements for success”3. Nel documento si afferma: “La mancanza di prove affidabili di miglioramenti documentati nella lotta alla droga e nel neutralizzare i paramilitari è deludente, considerando i miliardi di dollari che il Congresso americano ha stanziato per finanziare la proibizione e lo sradicamento della droga dal 2000. Nel 2005 lo sradicamento della coca ha superato il record dei 136.000 ettari, distruggendo l’equivalente di 160 tonnellate di cocaina.
Eppure, nonostante la cocaina sequestrata nel 2004 sia quasi triplicata, raggiungendo le 325 tonnellate, e ci si aspetti che sia ancora maggiore nel 2005, la Colombia continua a fornire circa il 90 per cento della cocaina disponibile negli Stati Uniti, nonostante lo stanziamento di fondi destinati alle attività del Dipartimento di Stato in Colombia per la lotta al narcotraffico e al terrorismo per mezzo del Plan Colombia”. Tra le raccomandazioni, il testo chiedeva: “Si consiglia fortemente il governo degli Stati Uniti, in particolare il Dipartimento della Difesa e il Dipartimento della Sicurezza Nazionale, di sviluppare e coordinare misure affidabili dei risultati, per misurare accuratamente il flusso di cocaina in entrata negli Stati Uniti. Una volta compiuto ciò, sarà possibile per tutti la misurazione accurata di successi o fallimenti”.

Detto questo, al presidente degli Stati uniti d’America Barak Obama, al Segretario di Stato Hillary Rodham Clinton, e al direttore dell’Office of National Drug Control Policy, Gil Kerlikowske, chiediamo:
1. Come è possibile che la quantità di cocaina sequestrata sia superiore a quella prodotta secondo i vostri dati ufficiali?
2. Come è possibile che il Dipartimento di Stato affermi che nel mondo si producono 700 tonnellate di cocaina, quando la U.S. Guard Coast afferma che il solo traffico di cocaina dal Sud America agli Usa è di ben 771 tonnellate?
3. Come è possibile che diverse autorità americane siano in netta contraddizione tra di loro?
4. Perché si continua ad affermare che la produzione di cocaina colombiana è calata quando tutti i dati disponibili dicono il contrario?
5. Alla luce di queste contraddizioni, sono giustificati i miliardi di dollari spesi per finanziare il Plan Colombia?