Se hai cinquant’anni e non ti ricordi cosa hai fatto la sera prima o chi ti ha dato il primo bacio, non devi dare la colpa alle droghe leggere che hai consumato quando eri più giovane. Un mega-studio britannico, pubblicato sull’American Journal of Epidemiology, scagiona chi ha fatto uso in “maniera occasionale” di cannabis, ma anche Lsd, funghetti allucinogeni, anfetamine, ecstasy o cocaina (anche se queste ultime non rientrano certo fra le droghe leggere).
La ricerca non intende “liberalizzare”, tantomeno giustificare, l’uso di queste sostanze, avvertono subito gli esperti: “L’abuso o l’uso prolungato di esse può causare danni permanenti alle funzioni cerebrali”. Lo studio ha esaminato le funzioni mentali e la memoria di circa 9mila britannici di cinquant’anni e scoperto che coloro i quali avevano fatto uso di droghe leggere non meno di 10 anni prima, hanno eseguito altrettanto bene o anche leggermente meglio i test proposti in confronto ai candidati che non si erano mai avvicinati a uno spinello.
La maggior parte dei partecipanti, intervistati a 42 anni sull’uso corrente o passato di sostanze e poi ricontattati a 50 anni, ha ammesso di avere consumato marijuana (6%). Tra le altre droghe provate dagli intervistati anche anfetamine, Lsd, funghetti allucinogeni, cocaina ed ecstasy (con percentuali dal 3 all’8%). “In generale il risultato suggerisce che l’uso passato o presente di droghe illegali non è necessariamente associato a capacità cognitive danneggiate all’inizio della mezza età”, ha sentenziato il responsabile dello studio Alex Dregan, del King’s College di Londra, sottolineando che gli esiti non escludono degli effetti nocivi in alcuni individui che hanno fatto un uso prolungato delle sostanze.
Dregan e la sua equipe hanno utilizzato i dati di 8.992 42enni che avevano partecipato a uno studio sanitario nazionale, ai quali era stato chiesto se avessero fatto uso di 12 tipi di droghe. A 50 anni gli stessi soggetti sono stati contattati per valutare lo stato delle loro capacità cognitive. Se nei consumatori occasionali i risultati dei test di memoria etc.
erano a volte “leggermente” migliori, ciò, secondo l’esperto, sarebbe dovuto al fatto, riscontrato in un’altra ricerca, che chi ne fa uso ha solitamente un grado di istruzione maggiore.