Il traffico di cocaina in Africa occidentale e centrale genera un profitto pari a 900 milioni di dollari l’anno. E’ quanto rivelano le stime dell’agenzia delle Nazioni Unite contro la droga e la criminalita’ (Unodc), riferite al Consiglio di Sicurezza dell’Onu dal capo dell’Unodc Yuri Fedotov.
Il quadro e’ critico: il consumo di droga e’ in rapida ascesa, con 2,5 milioni di consumatori, ed oltre al considerevole aumento del traffico di cocaina, Fedotov ha spiegato ai Quindici che sono cresciuti in maniera preoccupante anche gli atti di pirateria, il traffico di armi e di esseri umani. I cartelli della droga messicani – ha spiegato al Palazzo di Vetro – stanno sfruttando la poverta’ della regione, la mancanza di controlli alle frontiere, la scarsa applicazione della legge e la corruzione endemica dell’Africa occidentale, per raggiungere l’Europa e alimentare un mercato che negli ultimi anni e’ quadruplicato, raggiungendo un volume di affari pari quasi a quello statunitense. Per il segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-Moon il timore e’ che questa regione cada in una crisi della stessa portata di quella del Corno d’Africa: ‘la preoccupazione per la stabilita’ della zona sta crescendo’, ha detto ai Quindici. Il segretario generale ha riferito ai membri del Consiglio di Sicurezza che secondo l’inchiesta portata avanti dalla missione di valutazione inviata in Libia in dicembre per analizzare gli effetti della crisi sul Sahel, gruppi terroristici come quello di Al Qaeda nel Maghreb islamico hanno iniziato a stringere alleanze con i trafficanti di droga e altre organizzazioni criminali. Secondo Ban ‘tali alleanze hanno il potere di destabilizzare ulteriormente la regione, rendendo vani i traguardi raggiunti finora nella costruzione della pace’.