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Parlando per l’ennesima volta di cannabis, va di nuovo ribadito che un conto è la nocività della sostanza in se e per sé, un altro conto sono i rischi che essa può creare in particolari situazioni (guida di automezzi, lavori e attività del tempo libero che esigono un buon coordinamento psicomotorio, ecc.).  Sul primo aspetto si è già tornati più volte, sottolineando come la tossicità acuta della sostanza sia praticamente zero; e come occorra distinguere tra l’assunzione saltuaria e moderata, i cui effetti negativi sono stati più volte smentiti, e l’assunzione pesante e continuativa, che può far danni. Sul secondo aspetto appare opportuno un aggiornamento basato su di una recente meta-analisi dei dati sul rischio di incidenti stradali dopo assunzione di cannabis (M. Asbridge e coll., British Medical Journal, 2012; 344: doi: 101136/bmj.e536), la quale integra i dati dell’ormai classico rapporto della Beckley Foundation (R.Room et al, Cannabis policy, Oxford University Press, 2010). (Va chiarito che una meta-analisi è diversa dalla semplice rassegna dei lavori precedenti: parte infatti da una spietata selezione dei lavori più affidabili e tra loro direttamente confrontabili, in questo caso solo una decina sui quasi tremila originariamente considerati. Poi, con raffinate tecniche statistiche procede a combinare i risultati, a scontare il ruolo dei  fattori confondenti – in questo caso, per es., la assunzione contemporanea di altre sostanze – sino a ricavare una stima della significatività e dell’entità di un dato fenomeno. Insomma, per dirla col Gargantua di Rabelais, sino a “rompere l’osso [in questo caso le poche ossa di prima scelta] per succhiarne il sostantifico midollo”).
I risultati sono in parte prevedibili, in parte invece di notevole interesse. Primo, l’aumento di rischio prodotto dall’assunzione di cannabis resta significativamete inferiore a quello creato dagli alcolici anche quando il tasso ematico alcolico è di poco superiore al nostro limite (0,5 g/l), cioè pari a quello che comporta solo una multa (0,8). Secondo, un effetto negativo allarmante si ha invece nel caso di incidenti catastrofici, mortali e/o con lesioni gravi, con un raddoppio del rischio per gli assuntori rispetto ai non assuntori laddove le evidenze cliniche e analitiche dimostrano un consumo pesante e vicino nel tempo alla messa al volante. Terzo, più incerta è la situazione negli incidenti meno gravi, per i quali la metanalisi non trova differenze statisticamente significative tra i “puliti” e gli assuntori (in genere con tassi ematici corrispondenti a dosi moderate e/o con un più lungo intervallo rispetto alla messa alla guida). Questo non equivale alla dimostrazione di un’assenza di rischio: infatti, proprio negli incidenti meno gravi i fattori confondenti assumono un ruolo più pesante (per esempio, la minore prontezza e completezza delle indagini cliniche e analitiche). Insomma, se vi gira di farvi qualche canna, fatelo con moderazione e mai prima di guidare, di  manovrare un  muletto o un macchinario di movimento terra, di arrampicarvi su di un traliccio o su di una parete di roccia, eccetera. Questo, sì, è assai rischioso e potenzialmente mortale o invalidante a vita per voi e per i vostri sfortunati accompagnatori.

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