I Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), un raggruppamento centro-asiatico che ha come capofila Russia e Cina, potrebbe denunciare la Nato per non aver assolto al mandato ottenuto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite (Onu) relativamente all’Afghanistan. Ad affermatlo è stato Viktor Ivanov, il capo dei servizi anti-droga russi, non nuovo a dichiarazioni forti.
“Da quando è iniziata l’operazione della Nato, la produzione di droga in Afghanistan è salita di 40 volte. La questione che si pone è: perché dovrebbe essere lasciata ai paesi Sco questa eredità? Di conseguenza la Sco dovrebbe sollevare la questione della responsabilità nell’incapacità di onorare gli obblighi internazionali”, ha detto Ivanov in una conferenza stampa, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Interfax.
“Le denunce – ha continuato Ivanov – potrebbero essere presentate probabilmente contro i Paesi che hanno partecipato a quest’operazione, dato che l’interferenza internazionale, sancita dal Consiglio di sicurezza Onu, non ha migliorato la situazione ma, anzi, l’ha aggravata”.
Nella stessa conferenza stampa, comunque, Ivanov è anche tornato a proporre una “divisione della responsabilità” nella lotta alla droga afgana.
In Afghanistan si produce oltre il 90 per cento dell’eroina mondiale. La droga segue diverse vie per raggiungere poi i mercati di destinazioni. Una parte va in Russia , un paese in cui è molto sentito l’allarme per la grande diffusione delle sostanze stupefacenti.
Più volte Mosca ha attaccato gli Stati uniti e la coalizione per la stabilizzazione in Afghanistan, proprio sul fronte dell’eradicazione dei papaveri da oppi.