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Il Parlamento “affronti il problema della legalizzazione ad uso terapeutico dei derivati della cannabis, regolamentando la materia a favore dei pazienti in un contesto di legalita’ e sicurezza”. Lo hanno chiesto oggi i Radicali che, durante una conferenza stampa a Montecitorio nella quale con un’azione dimostrativa hanno anche piantato alcuni semi di cannabis in dei vasetti, hanno sottolineato la necessita’ del riconoscimento del diritto dei malati di curarsi con i derivati della cannabis.
In Italia, invece, ha detto la deputata radicale Rita Bernardini, “il cammino dei malati affetti da patologie che possono essere curate con la cannabis, dalla Sclerosi multipla all’Aids, e’ invece un percorso ad ostacoli che a volte diviene un vero calvario e che trova ragione solo nella follia proibizionista”. Ad oggi, hanno ricordato i Radicali, solo la Regione Toscana, la Provincia di Bolzano ed alcune Asl consentono ai malati di accedere a farmaci a base di cannabinoidi, ma spesso con enormi difficolta’ e iter procedurali molto lunghi. Alla conferenza stampa e’ intervenuto anche il leader Radicale, Marco Pannella, che ha sottolineato la necessita’ che il governo affronti questa tematica al piu’ presto: “La sostanza di questo Regime – ha commentato – e’ invece purtroppo quella di impedire strutturalmente qualsiasi forma di dibattito che possa raggiungere effettivamente l’opinione pubblica”.
Al Senato giace da anni un progetto di legge presentato proprio dai Radicali che introduce la possibilita’ per persone affette da alcune gravi patologie di accedere sia alla cannabis in forma naturale sia ai farmaci derivati da estratti di cannabis, mentre alla Camera e’ stata da poco calendarizzata la proposta di legge (a prima firma Bernardini) che propone di depenalizzare la coltivazione domestica della marijuana.
‘Chiediamo – ha detto Bernardini – un rapido iter parlamentare di questi progetti di legge, approvando misure concrete che non costringano, come oggi accade, i cittadini ed i pazienti, spesso affetti da gravissime patologie, a rivolgersi al mercato nero delle mafie e delle camorre’. Infatti, hanno spiegato i Radicali, oggi in Italia il medico puo’ prescrivere alcuni farmaci cannabinoidi sulla base del decreto ministeriale del 18 aprile 2007, ma la realta’ ‘e’ che vi e’ una grande ignoranza in materia, e comunque anche con la prescrizione i tempi per ottenere tali farmaci sono lunghissimi’. Anche perche’, sottolinea Bernardini, ‘noi importiamo tali farmaci dall’Olanda e non facciamo ricerca in questo settore’. Per questo, in una lettera inviata a tutti i parlamentari e che ha gia’ raccolto varie adesioni, i Radicali ed Emma Bonino si appellano al governo perche’, tra l’altro, si consideri l’opportunita’ di ‘una produzione in Italia di medicinali a base di cannabis tramite il centro di ricerca per le colture industriali di Rovigo e lo stabilimento farmaceutico militare di Firenze’.

Malati e con le manette. La colpa e’ quella di essersi ‘fabbricati’ in casa il farmaco che li avrebbe aiutati a soffrire di meno, ovvero la cannabis. Perche’, se e’ vero che alcuni farmaci cannabinoidi sono riconosciuti per legge e dunque prescrivibili dal medico, e’ anche vero che ottenerli, per iter burocratici e tempi ‘infiniti’, e’ il piu’ delle volte un vero e proprio ‘calvario’. Sono le storie di Andrea Trisciuoglio, membro dell’associazione Coscioni e affetto da sclerosi multipla (Sla), Lucia Aspurti, anche lei da 12 anni malata di Sla e Fabrizio Pellegrini, colpito da una rara sindrome (fibromialgia).
In coro, in occasione di questa conferenza stampa, hanno denunciato quella che ritengono una vera ingiustizia: l’impossibilita’ di accedere a farmaci fondamentali solo per una questione ‘ideologica’.
‘Ho la sla e uso i farmaci a base di cannabis che l’ospedale mi da’ – racconta Andrea – ma le difficolta’ sono tante e i tempi lunghi. Non si puo’ criminalizzare una persona perche’ si coltiva in casa la canapa che rappresenta per lui un farmaco.
Anch’io l’ho fatto e nel 2010 i carabinieri sono venuti a casa mia la mattina presto. Hanno cercato dappertutto, anche nel cuscino di mio figlio di 8 mesi. Hanno trovato delle piantine che coltivavo e mi hanno portato in caserma, mentre mio figlio mi chiamava spaventato. Questo non deve accadere mai piu’, a nessun malato’. E poi: ‘Che l’ex ministro Giovanardi parafichi tutte le droghe e dica che la mia cannabis terapeutica e’ come l’eroina e’ assurdo, e’ terrorismo psicologico. Cosi’ si costringono i pazienti al mercato nero’. Anche Lucia racconta le sue difficolta’ e parla dei pregiudizi della gente: ‘Mi hanno definita ‘tossica’ e drogata perche’ mi curo con i cannabinoidi… e’ assurdo’. E poi c’e’ Fabrizio, ‘habitue’ delle patrie galere per coltivazione domestica di cannabis: ‘Sono stato arrestato cinque volte, l’ultima volta sono rimasto in cella per un mese a Chieti. Ho fatto ufficialmente richieste dei farmaci cannabinoidi ma ottenerli e’ difficile ed ora, con la Giunta Polverini a Roma – dice – la situazione e’ anche peggiorata’. Cosi’, fanno presente Andrea, Lucia e Fabrizio, a fronte di un centinaio di malati in cura con cannabinoidi ufficialmente, ‘sono migliaia quelli costretti a procurarsi la cannabis illegalmente per uso terapeutico’.