La dipendenza dalla cocaina ha delle affinita’ neurologiche con il vorace appetito alla base delle abbuffate. A svelarlo e’ una ricerca della Yale School of Medicine pubblicata su ‘Nature Neuroscience’. I ricercatori hanno monitorato un gruppo di neuroni presenti nella zona del cervello che controlla il senso di fame e hanno svelato che questi non sono solo associati alle abbuffate, ma collegati anche a comportamenti non alimentari, come la dipendenza delle droghe o l’interesse per gli stimoli esterni. La scoperta dell’affinita’ e’ avvenuta mentre il team stava cercando nuovi trattamenti per l’obesita’ e il diabete. Ad essere coinvolti in questo processo sono i circuiti di ricompensa del cervello situati nel mesencefalo. Infatti, in diversi casi il cibo puo’ diventare una droga.
“Oggi l’opinione della scienza e’ che l’obesita’ e’ associata all’aumento di attivita’ cerebrale nel circuito neurologico della ricompensa – spiegano gli scienziati – ma il nostro studio ha evidenziato anche un altro aspetto, ovvero che questi soggetti a rischio abbuffate possono essere anche molto magri. Quindi – suggeriscono – allo stesso tempo puo’ esserci un insieme di persone che, pur avendo attivato il circuito della ricompensa, non ha alcun interesse per il cibo. E questi possono essere piu’ vulnerabili alla dipendenza dalle droghe” come la cocaina.
“Grazie all’utilizzo di approcci genetici – affermano i ricercatori – abbiamo scoperto che un aumento dell’appetito puo’ effettivamente essere associato alla perdita di interesse verso altri stimoli esterni o novita’. Lo stesso meccanismo che si mette in moto, all’opposto, quando si assume la cocaina, facendo perdere al cibo ogni appeal”.
Il team ha studiato due gruppi di topi transgenici. Nel primo e’ stata spenta una molecola ‘messaggero’ che controlla i neuroni dell’appetito presenti nell’ipotalamo. Nel secondo gruppo i ricercatori sono invece intervenuti sugli stessi neuroni eliminandoli selettivamente durante lo sviluppo utilizzando una tossina. Le cavie poi sono state sottoposte a vari test che hanno misurato le risposte ad alcuni stimoli come semplici novita’, situazioni d’ansia e la loro reazione alla cocaina.
“Abbiamo scoperto – avvertono i ricercatori – nei topi che hanno meno interesse per il cibo, una maggiore attenzione per le novita’ e per droghe come la cocaina. Questo suggerisce che ci possono essere individui con un aumentata attivita’ del circuito della ricompensa, ma che sono magri. Questo tratto e’ legato all’attivita’ dei circuiti cerebrali di base deputati al nutrimento durante lo sviluppo, che poi incide, da adulti, sulla maggiore o minore vulnerabilita’ alle droghe”, concludono evidenziando il ruolo chiave svolto dai neuroni studiati: la loro alterazione puo’ causare squilibri nei comportamenti motivazionali e cognitivi.