Tempo di lettura: < 1 minuto

Un po’ si prendono le distanze, un po’ si sottolinea che il dipendente era gia’ stato licenziato per altri carichi penali in territorio italiano, pero’ la prima condanna per droga sentenziata in Vaticano resta un ‘vulnus’ che non rallegra gli animi negli ambienti d’Oltretevere. ‘Si tratta di un semplice dipendente, peraltro gia’ allontanato’, viene sottolineato da fonti vaticane, all’ indomani della condanna a quattro mesi di reclusione, col beneficio della sospensione condizionale, comminata dal Tribunale dello Stato della Citta’ del Vaticano a un addetto del Palazzo del Governatorato riconosciuto colpevole di possesso di sostanze stupefacenti. L’ormai ‘ex’ dipendente della Santa Sede, la cui vicenda e’ stata riportata oggi dal quotidiano ‘La Repubblica’, era stato trovato in possesso di 87 grammi di cocaina, nascosti nel cassetto della stanza dove lavorava, al Governatorato. Nel primo processo per droga nella storia del Vaticano, il Tribunale del Papa, presieduto dal professor Giuseppe Dalla Torre, lo ha condannato per il possesso di stupefacenti e assolto invece dall’accusa di ricettazione e minacce. L’uomo, comunque, era stato licenziato nei giorni scorsi in seguito a un’altra condanna inflittagli da un Tribunale italiano per presunti reati fuori dalle mura vaticane. Non e’ stato semplice per i giudici vaticani arrivare alla sentenza di ieri, dal momento che le leggi della Santa Sede non contemplano specifiche norme per reati relativi alla detenzione e allo spaccio di droga.