In un rapporto pubblicato ieri Human Rights Watch (HRW) denuncia 149 casi di persone “scomparse” in Messico nel corso degli ultimi sei anni mentre si trovavano nelle mani delle forse di sicurezza.
In un rapporto di 193 pagine HRW documenta uno ad uno tutti i casi, avvenuti nel corso della presidenza di Felipe Calderon, in cui sono implicati l’esercito, la Marina, la polizia federale o la polizia provinciale. Il documento di è stato sottoposto al ministro degli Interni messicano, Miguel Angel Osorio Chong.
Secondo José Miguel Vivanco, direttore di HRW per le Americhe, il nuovo presidente messicano Enrique Peña Nieto “ha ereditato una delle crisi peggiori in materia di persone scomparse nella storia dell’America latina”. Per Human Right Watch inoltre questi 149 casi di sparizione per i quali non è stato individuato alcun responsabile, sono solo la punta dell’iceberg di questo drammatico fenomeno in Messico. Un rapporto del ministero messicano della Giustizia del novembre 2012 fornisce un bilancio di circa 25mila persone scomparse nel Paese dal 2006.
Quando è andato al potere nel 2006, il governo conservatore di Felipe Calderon ha avviato una vera e propria guerra contro il narcotraffico con il dispiegamento di 50.000 militari e migliaia di poliziotti federali. L’ondata di violenza che è seguita è costata la vita ad oltre 70mila persone.