Tempo di lettura: 2 minuti

E’ giallo sulla notizia della presunta morte di Joaquin Guman, detto El Chapo – boss del Cartello di Sinaloa e uno dei criminali piu’ potenti del mondo – annunciata e poi smentita dal governo del Guatemala e che ha scosso l’opinione pubblica messicana, quotidianamente coinvolta dalla brutale violenza che caratterizza l’azione dei ‘narcos’.
Prima l’annuncio del ministro degli Interni guatemalteco, Mauricio Lopez, secondo il quale ‘in uno scontro a fuoco fra forze della sicurezza e narcotrafficanti a San Francisco (nel nord del paese, alla frontiera con il Messico, Ndr) due trafficanti sono morti, e uno di loro assomiglia molto al Chapo’.
Poche ore dopo, pero’, la smentita. Lo stesso Lopez ha sostenuto che dopo un primo sopralluogo ‘non e’ stata trovata nessuna prova che ci permetta di dire che vi e’ stato uno scontro a fuoco’, aggiungendo che ‘le versioni sul fatto sono emerse in forma caotica, e noi non possiamo dire al momento di aver individuato il luogo dello scontro, e ancor meno di aver identificato un morto come il Chapo Guzman’.
A queste dichiarazioni si sono aggiunte quelle del segretario alla Comunicazione della presidenza, Francisco Cuevas, secondo il quale ‘sono stati due gruppi di trafficanti ad affrontarsi vicino alla frontiera con il Messico’, uno dei centri di attivita’ clandestina dei narcos, precisando che ‘ci sono stati almeno due o tre morti’.
Nel frattempo, a Citta’ del Messico il presidente Enrique Pena Nieto, interrogato dai cronisti a margine di una cerimonia ufficiale, ha chiarito che ‘al momento non dispongo di nessuna informazione che confermi questa notizia’, mentre fonti ufficiali sostenevano di essere in attesa di comunicazioni dal governo del Guatemala.
Il governo messicano ha dimostrato una grande prudenza nel gestire le informazioni sulla presunta morte del Chapo Guzman, latitante dal gennaio del 2001, quando evase dal carcere di massima sicurezza di Puente Grande, nello stato di Jalisco (ovest del paese).
Il boss del Cartello di Sinaloa, considerata una delle tre principali organizzazioni di narcotrafficanti messicani, a 55 anni di eta’ e’ il criminale piu’ ricercato nel paese, e controlla la principale rete di contrabbando di cocaina, anfetamine e marijuana verso il mercato statunitense.
El Chapo e’ famoso per la violenza spietata -con sequestri, torture, omicidi e mutilazioni- che usa contro rivali e nemici, e’ sospettato di aver ordinato l’omicidio del cardinale Juan Jesus Posadas, del 1993 e, secondo esperti della lotta ai narcos, si era istallato recentemente in una villa appunto nel dipartimento di Pete’n, una zona desertica al confine fra Messico e Guatemala.