Da oggi la giustizia sportiva ammette l’uso «ricreativo» di sostanze altrimenti considerate dopanti. Le nuove norme appena approvate concedono maggiore tolleranza sull’uso della cannabis da parte degli atleti: la Wada (Agenzia mondiale antidoping) ha alzato sensibilmente la soglia entro la quale si risulterà positivi a questa sostanza, ovvero 150 nanogrammi per millilitro, dieci volte il livello attuale. Il consumo di cannabis è vietato ai Giochi olimpici dal 1999: anche se non porta alcun miglioramento nelle performances, può avere un effetto calmante e aumentare la disposizione al rischio. Diverse Federazioni sportive hanno chiesto a più riprese di eliminare addirittura la cannabis dalla lista delle sostanze proibite. Soprattutto perché gli effetti sono esclusivamente rilassanti e non producono un reale vantaggio per le performance atletiche.
Nel 2009 aveva destato clamore la foto del campione di nuoto Michael Phelps, sorpreso a fumare da un cilum di vetro. In quel periodo il nuotatore non era impegnato in gare internazionali, ma fu ugualmente sospeso dalla sua federazione per tre mesi.