(Notiziario Aduc) Sulla droga “non e’ vero che non abbiamo fatto nulla” come “non ammetto che si dica che vogliamo dare i kit antidroga alle famiglie con la stessa modalita’ di Milano, altrimenti mi innervosisco”. I Sert, che prima “erano concentrati, sono stati ricollocati sul territorio, tanto per cominciare” e si “sta valorizzando quello che c’e'”. L’assessore alla Sanita’ del Comune di Bologna, Giuseppe Paruolo, oggi in commissione a Palazzo D’Acursio, si difende dalle bordate che gli arrivano da destra e dall’Altra sinistra sull’idea dei kit antidroga da distribuire alle famiglie.
Mentre il capogruppo di Forza Italia, Daniele Carella, rifiuta ogni impostazione di riduzione del danno, la consigliera di Ltb Silvia Noe’ alza la voce e lancia accuse verso una maggioranza, Dl e Ds in particolare, che “non fa nulla, non ha voluto nemmeno riunire il tavolo unico sulla droga” e poi “ha permesso di fare in citta’ la fiera della cannabis”. La consigliera non accetta nemmeno l’idea di Paruolo del kit con una modalita’ diversa da quella meneghina: “Che vuol dire che vuole coinvolgerle?”. Il problema, incalza poi “e’ che non si capisce che razza di messaggio si vuole lanciare ai giovani”, che “sulla questione droga non c’e’ un assessore dei riferimento” e anche che dall’inizio dei lavori della commissione sulla tossicodipendenza “Paruolo non c’e’ mai e quando c’e’ e’ in ‘prestito'”. Affermazione su cui concorda anche Valerio Monteventi (Prc), presidente della commissione, Politiche sociale.
L’Altrasinistra arriva infatti in commissione dopo una conferenza stampa nella quale ha demolito l’idea del kit antidroga e rilanciato la politica di riduzione del danno: “E’ impossibile una societa’ senza droga”, scandisce il verde Roberto Panzacchi citando un passaggio della legge regionale.
Il dibattito sulla questione non si e’ pero’ chiuso oggi; proseguira’ in una nuova seduta (fissata per il 19), su richiesta del consigliere Ds Sergio Lo Giudice e dovrebbe portare a un ordine del giorno condivis. Anche tra le file della Quercia ci sono gli “antiproibizionisti”, ma “su alcuni temi siamo d’accordo, cioe’ sull’importanza della comunicazione nelle scuole e tra i giovani e nella riduzione del danno”, dice Lo Giudice.
Se il test anti-droga teorizzato da Giuseppe Paruolo (l’assessore alla Sanita’ del Comune di Bologna che ha lanciato la proposta) diventa realta’, andranno “in fumo” 400.000 euro dalle casse comunali. A calcolare il costo della sperimentazione del kit da distribuire alle famiglie bolognesi che ne facciano richiesta sono i quattro moschettieri dell’Altra Sinistra, l’ala radicale della coalizione di centrosinistra a Bologna. Prc, Verdi e Il Cantiere, che avevano da subito demolito l’idea dell’assessore e che oggi forniscono anche i numeri dell’operazione. Primo: se i giovani in provincia di Bologna sono almeno “35.000 -fa i conti il verde Roberto Panzacchi- e il kit costerebbe almeno 12 euro per rintracciare la presenza di sei sostanze, allora il costo sarebbe di circa 400.000 euro”.
Nel frattempo, invece, la giunta Cofferati ha scelto di investire “appena 140.000 euro nelle borse lavoro e 265.000 nei progetti Sert”. Non solo: anche se Paruolo continua a garantire di non avere in mente un progetto simile a quello tentato a Milano, nel capoluogo lombardo “solo 30 famiglie su 3.600 kit disponibili -fa osservare l’indipendente Prc, Valerio Monteventi- hanno fatto richiesta”. Insomma, “nei prossimi giorni misureremo la volonta’ politica della Giunta e vedremo- tira le somme il capogruppo dei bertinottiani, Roberto Sconciaforni- se anche stavolta qualcuno nella maggioranza preferira’ rincorrere le ricette di Alleanza nazionale”, e’ la frecciata rivolta al capogruppo Ds, Claudio Merighi, convinto assertore della politica delle larghe intese sulla sicurezza.