Nel 2015 in Scozia sono state registrate 706 morti correlate all’uso di droga. il numero più alto mai registrato. Secondo i dati pubblicati dal National Records of Scotland circa l’86% delle persone hanno perso la vita a causa dell’uso di oppiacei (606 morti) mentre il resto aveva assunto, spesso mescolando più sostanze, cocaina, Mdma, anfetamine, alcol. Circa 74 persone sono morte anche a causa dell’assunzione di una Nuova Sostanza Psicoattiva (NPS) ovvero di sostanze non registrate nelle tabelle delle droghe e sconosciute alle forze dell’ordine.
La maggior parte dei decessi sono avvenuti nella regione di Glasgow ed è per questo che dell’argomento si è occupato immediatamente il Consiglio per l’integrazione socio sanitaria della città (Glasgow City Integration Joint Board) un organismo che raccoglie oltre ai decisori politici anche i rappresentanti del terzo settore e dei beneficiari dei servizi sociali. L’organismo che gode di una notevole autonomia nella definizione delle strategie per il miglioramento delle politiche sociali pubbliche, ha già approvato la proposta per l’apertura del primo centro per il consumo sicuro di oppiacei.
La prima stanza del consumo a Glasgow
Il progetto con il relativo impegno economico sarà pronto per essere definitivamente approvato a febbraio 2017. Le forze di polizia locale sono d’accordo così come l’ADP multi partecipata agenzia Governativa per i problemi legati all’alcol e alle droghe che ha calcolato che nella zona di Glasgow vi sono circa 5500 persone che usano oppiacei in maniera illegale e di questi almeno 500 ne fanno un uso pericoloso e problematico, spesso per via iniettiva, per strada (la proporzione è vicina a quella riportata nel rapporto Mondiale sulle Droghe fra consumatori e consumatori problematici di droga pari a circa 1 su 10). Questi 500 sono principalmente persone senza fissa dimora e spesso con più o meno lievi problemi di tipo psichiatrico; sono i più vulnerabili nei confronti delle malattie droga correlate come l’HIV, che infatti è in crescita in Scozia, e maggiormente a rischio di overdose.
La stanza del consumo sicuro si rivolgerà principalmente a loro, offrendo non solo un posto dove usare le droghe in maniera protetta e senza rischi sanitari, ma anche informazioni e spazi per dialogare con i servizi sociali. Per qualcuno si ipotizza anche la sperimentazione della fornitura controllata di eroina tramite programmi personalizzati che permettano di evitare il ricorso al mercato illegale ed un monitoraggio condiviso dei consumi degli utilizzatori.
A Glasgow sono certi, come ormai provato, che grazie alle stanze del consumo sicuro si azzereranno i casi overdose e si risolveranno anche i problemi legati all’abbandono massiccio di siringhe usate in varie zone delle città, che in Scozia sono state monitorate tramite una mappa interattiva messa a disposizione dalla BBC all’indirizzo: http://marcellison.com/bbc/needles/.
La stanza del consumo scozzese sarà probabilmente la prima nel Regno Unito, mentre in Francia dopo l’apertura di Parigi già si prevede una seconda stanza a Strasburgo, presso l’ospedale, per una sperimentazione di 6 anni. Anche l’Irlanda è pronta ad inaugurare la sua prima stanza secondo quanto affermato dal Ministro della Sanità Simon Harris nel giugno scorso. I tempi tecnici prevedono un’apertura nella seconda metà del 2017.
All’appello manca sicuramente l’Italia visto che nel mondo sono ormai 90 le stanze operative, alcune da qualche decennio e la maggior parte in Europa (il Canada aprirà la sua seconda struttura a Calgary nei prossimi mesi), e i risultati sono inconfutabili sia in termini di sicurezza che di miglioramento delle condizioni ambientali delle città.