Oggi Radicali Italiani e Associazione Luca Coscioni, promotori di Legalizziamo!, insieme alle altre organizzazioni che sostengono la campagna, hanno consegnato alla Camera dei deputati le oltre 60 mila firme raccolte in sei mesi sulla legge popolare per la legalizzazione della cannabis e la decriminalizzazione dell’uso personale di tutte le sostanze. Alle 11 si è formata un corteo in fila indiana, con gli scatoloni pieni di firme, dalla sede radicale di via di Torre Argentina in direzione Montecitorio, dove si è tenuta la conferenza stampa prima del deposito presso gli uffici della Camera. Erano presenti, tra gli altri, Riccardo Magi (segretario di Radicali Italiani), Marco Cappato (tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni), Marco Perduca (coordinatore della campagna Legalizziamo), Filomena Gallo (segretario dell’Associazione Luca Coscioni), Antonella Soldo (presidente di Radicali Italiani), Luigi Manconi (Senatore del PD), Pippo Civati (Deputato e leader di Possibile), Hassan Bassi (Forum Droghe), Leonardo Fiorentini (FuoriLuogo e Società della Ragione), Andrea Trisciuoglio (La PiantiAmo), Luca Marola (coordinamento nazionale e portavoce growshop italiani).
“E’ stato un grande successo. – commenta Leonardo Firoentini, Direttore di Fuoriluogo – Si tratta della più grande campagna antiproibizionista da quella del referendum del ‘93 sulla Jervolino –Vassalli. Vanno ringraziati tutti i volontari che hanno permesso di raccogliere le firme ai banchetti e poi ottenere i certificati elettorali per un procedimento democratico di partecipazione popolare imbrigliato da una inaccettabile, nel 2016, burocrazia.”
“La strada della regolamentazione legale della cannabis è la via maestra per la riforma delle politiche sulle droghe. – continua Fiorentini ricordando i recenti risultati dei referendum in USA – Una via intrapresa ormai con convinzione anche nella patria della War on Drugs, gli Stati Uniti d’America, dove questo martedì altri 4 stati (fra cui la California) hanno legalizzato la cannabis per gli adulti, mentre sono ormai più di 30 gli stati in cui è legale la marijuana terapeutica”.
“È evidente che anche il nostro paese, dove tuttora oltre il 50% dei reati per droga e delle operazioni di polizia è legato ai cannabinoidi, è maturo per arrivare alla regolamentazione legale di una sostanza molto meno dannosa di alcol e tabacco. Essa avrebbe solo effetti positivi. Sui consumi in primis, che sarebbero più sicuri e controllati, e nel medio-lungo termine tenderebbero a calare, come avvenuto ovunque si è proceduto a depenalizzazioni e legalizzazioni. Ma anche sul sistema della sicurezza e della giustizia ora appesantito da una mole incredibile di lavoro che impegna in una inutile repressione le forze dell’ordine (come recentemente ribadito dalla Direzione Nazionale Antimafia) e intasa i tribunali (quasi 200.000 i processi penali pendenti per fatti di droga). E oltre a liberare risorse utili a garantire veramente la sicurezza dei cittadini – invece che stanare coltivatori di qualche piantina di cannabis per uso personale – la regolamentazione legale della cannabis renderebbe disponibili nella casse dello Stato una enorme quantità di denaro – dai 5 ai 10 miliardi di euro – ora appannaggio della criminalità organizzata.”