Il patto di collaborazione fra Arci e Forum Droghe nasce dalla comune volontà di rilanciare
l’impegno sociale e politico sui temi delle droghe. C’è bisogno anzitutto di impedire che la legge Fini-Giovanardi produca i suoi effetti devastanti. Quella legge va abolita subito, come il programma dell’Unione prevedeva, superando i timori e le incertezze che ancora ci sono nel governo.
Ogni giorno che passa vediamo infatti i danni di una legge ideologica e avulsa dalla realtà, che mette di fatto sullo stesso piano sostanze leggere e pesanti. Riempire le carceri di giovani rei solo di avere uno spinello in tasca è una scelta insensata, apertamente in contrasto con la tendenza di altri paesi, che stanno invece orientandosi verso politiche di depenalizzazione e di riduzione del danno. A dispetto della sua impronta proibizionista, la normativa italiana è un vero e proprio incentivo all’uso e al traffico delle sostanze più
pericolose, e rischia di spingere un’intera generazione verso la marginalità, consegnandola così proprio nelle mani della criminalità che si dice di voler combattere.
Ad aggravare la situazione c’è poi il fatto che questa legge alimenta nell’opinione pubblica la percezione del consumo di droghe come malattia, devianza, reato, emergenza sociale.
Il rifiuto di guardare al consumo di droghe nella sua reale dimensione di fenomeno sociale e culturale è lo specchio dell’approccio ideologico e repressivo alle questioni sociali che in generale ha caratterizzato gli ultimi anni. La cultura della tolleranza zero è figlia di una società che mortifica i bisogni e la dignità delle persone, che da un lato esalta la libertà individuale nella competizione del mercato e dall’altro non tollera i comportamenti non conformi e risponde alle emergenze sociali con la criminalizzazione e l’esclusione.
La scelta del proibizionismo sulle droghe è stata un fallimento, non ha arginato sofferenze individuali e danni sociali, ha prodotto solo l’aumento dei consumi e ingrassato i trafficanti. Per invertire questa tendenza bisogna spostare la strategia dall’ambito penale a quello sociale, prendendo atto della realtà del consumo per come è, senza forzature ideologiche.
Questo significa abrogare la legge Fini, ma anche andare oltre la precedente normativa e costruire, con le realtà impegnate nel sociale, una nuova legislazione: depenalizzare tutti i comportamenti legati al consumo individuale, potenziare i servizi di prevenzione e di cura
nel sistema pubblico di welfare, sperimentare programmi terapeutici e strategie di riduzione del danno, sempre nel presupposto fondamentale della libertà di scelta. Ma anche questo non basterà senza un vero cambio di prospettiva culturale nel senso
comune del paese. Nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di incontro dei giovani, serve un’azione di corretta informazione, conoscenza, confronto di esperienze, discussione. L’associazionismo può fare molto, con la sua capacità di essere spazio di aggregazione sociale e laboratorio di responsabilità civile. In questo sforzo l’Arci, insieme al Forum Droghe, intende mobilitare la sua rete diffusa di circoli, case del popolo e centri giovanili.