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IL CORAGGIO DI GUARDARE LA REALTÀ
A quanto pare, anche un ministro dell’Interno deve stare al gioco e non può mai dir nulla fuori dalle righe. Mi riferisco alla frase pronunciata dal ministro Amato a Napoli il 14 dicembre, riportata dall’Adnkronos: «In un mese sono successe tante cose, ovviamente non è scomparsa la criminalità. (…) La criminalità è un fenomeno che ha un paio di secoli alle spalle, che la droga ha spaventosamente rafforzato in questi anni. Un fenomeno di cui conosciamo il radicamento e sappiamo di quante cure e terapie abbia bisogno».
Peccato che anche un ministro di cui tanti lodano la cultura e l’intelligenza debba far finta di non sapere e non capire, e non possa dire la pura e semplice verità. Non possa quindi dire la frase giusta, che suonerebbe: «La criminalità è un fenomeno che ha un paio di secoli alle spalle, che la proibizione della droga ha spaventosamente rafforzato in questi anni». E che potrebbe continuare più o meno così: «Per un simile fenomeno non ci sono terapie facili. Risolvere il problema della criminalità organizzata è probabilmente impossibile, ma se vogliamo almeno tentare di ridimensionarlo, dobbiamo avere il coraggio di non nascondere la verità. Dobbiamo quindi riconoscere che la proibizione della droga è stata solo un colossale errore, che si è di fatto trasformato in un vero e proprio aiuto di stato alla criminalità.
Signori, per quanto possa essere duro ammetterlo, dobbiamo prendere atto che questo tentativo di dettare la morale con la legge è fallito; e non solo, è stato tremendamente controproducente. Sarà anche stato in buona fede, ma è stato un errore – anzi, diciamolo chiaramente, una vera e propria follia – fin dall’inizio. Ha gonfiato artificialmente i prezzi delle sostanze proibite, incentivandone la produzione e il commercio, e ha inoltre reso queste sostanze non solo più ampiamente disponibili, al di fuori di ogni controllo sanitario, ma anche più pericolose e dannose di quanto non fossero per natura. Questo è un problema di rilevanza epocale, che è ora di affrontare con coraggio e senza riguardi al passato. Perché “errare humanum, sed perseverare diabolicum”. E abbiamo già perseverato abbastanza».