Firenze – Il Centro Porte Aperte Aldo Tanas di Firenze, servizio di
accoglienza a bassa soglia per persone tossicodipendenti, ha registrato nel mese di agosto 2006 un notevole incremento delle presenze, in concomitanza col provvedimento di indulto.
Tra le nuove persone contattate dal centro, il 46%ha dichiarato di aver
usufruito dellamisura di clemenza (13 su 28). Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno i nuovi contatti risultano essere raddoppiati (28 persone nel 2006 contro le 14 del 2005).
Raffrontando i dati dell’agosto 2005 con l’agosto 2006, si osserva un netto aumento delle persone immigrate (14%nel 2005, 39% nel 2006, principalmente provenienti dal Nord Africa).
Alla data del 31 agosto di quest’anno, le persone in contatto con il Centro erano 50, una cifra assolutamente sovradimensionata rispetto alle
effettive possibilità del Centro, che ha una superficie di soli 45 mq: la pressione su Porte Aperte è stata tale da costringere gli operatori a programmare un calendario di frequenza alternata per garantire a tutti la possibilità di usufruire dei servizi essenziali (pranzo, doccia lavanderia ecc.); ma soprattutto per preservare agli utenti un “ponte” con il resto dei servizi socio-sanitari del territorio. Ciò nonostante, si è dovuto fare fronte a giornate con punte di 18 persone presenti contemporaneamente, affluenza tale da rendere impossibile qualsiasi intervento che andasse oltre l’obiettivo minimo della vivibilità e della sicurezza negli spazi a disposizione.
Le persone tossicodipendenti che si sono presentate al centro per avere aiuto dopo l’uscita dal carcere hanno caratteristiche diverse a seconda della nazionalità.
I cittadini italiani sono in genere persone senza residenza, senza un
Sert di appartenenza, senza una rete familiare o amicale cui fare riferimento (motivi per cui non avevano ottenuto a suo tempo misure alternative al carcere, come l’affidamento o la detenzione domiciliare).
Quanto agli stranieri, si tratta per lo più di immigrati privi di regolari documenti di soggiorno e spesso non in possesso di documenti di identità. La maggior parte era già conosciuta dai servizi territoriali per le dipendenze, ma alcuni avevano iniziato un trattamento durante la
detenzione. L’improvvisa scarcerazione ha reso impossibile la continuità delle cure nel servizio territoriale, data la condizione di clandestinità. Tutti inoltre sono destinati a ricevere il provvedimento di espulsione
appena saranno intercettati dalle forze dell’ordine. Tra l’altro, per i
migranti tossicodipendenti il provvedimento di espulsione difficilmente si traduce in un accompagnamento presso un Centro di permanenza temporanea (probabilmente proprio a causa della condizione di dipendenza da sostanze che viene equiparata alla malattia accertata). Quindi queste persone si ritrovano in Italia senza alcuna tutela, in condizioni di invisibilità e clandestinità.
In sintesi, per quanto riguarda il territorio fiorentino si tratta di
un’emergenza che ha aggravato pesantemente i problemi sociali del nostro territorio,mostrando la precarietà della rete dei servizi, anche di quelli destinati alla prima accoglienza