CANAPA E THC
Salve, ammiro molto il vostro sito ben organizzato. Ho da poco sottoscritto l’adesione, cosa che dovrebbe toccare tante persone, per potere combattere meglio per i nostri diritti. Volevo informarvi come negli ultimi tempi le destre dicono che il principio attivo Thc, e gli altri cannabinoidi contenuti nell’erba, sono aumentati rendendola pericolosa, sicuramente più del passato. Il problema secondo me è diverso. Il contenuto dei cannabinoidi è semplicemente normale. Tranne qualche varietà incrociata che ha valori molto alti (tipo Jack harrier o MR.nice GR13), le altre non arrivano a questi valori, o sono uguali, ad esempio, all’Hawaiana, che è una specie autocnona della Big Island, la più potente al mondo. Comunque il valore delle “super erbe” non è così alto: circa il 28% contro il 24% dell’Hawaiana e di alcune indiche madri. Il problema è che le erbe che giravano prima avevano contenuti simili al canapone italiano (massimo 3%), o poco di più, ma con tanta ammoniaca. Molti “hash” che si trovano per strada hanno una percentuale bassissima di cannabinoidi, perché fatti in Italia o tagliati dopo il loro arrivo dalle mafie, che ne detengono il traffico. Alcuni medici dicono che il bipolarismo può essere scatenato anche dall’utilizzo di cannabinoidi. Bisognerebbe vedere se gli studi prendono in considerazione i tagli con benzodiazepine, valium, eroina, ecc., o l’uso combinato di alcool e droghe pesanti. Cordiali saluti,
un perito chimico
Sul presunto allarme circa la percentuale di principio attivo presente nella cannabis in circolazione, e sugli effetti del suo consumo in relazione alla salute mentale, rimandiamo agli scritti del professor Lester Grinspoon e in particolare all’intervista “Evidenze e pregiudizi” (Fuoriluogo, dicembre 2002), ora riproposta nel volume Viaggio nella canapa. Il movimento internazionale per gli usi terapeutici, Quaderno di Fuoriluogo, n. 2, a cura del Forum Droghe (richiedibile scrivendo a mimpallomeni@fuoriluogo.it.).
LE FALSITÀ DEI MEDIA
Visto il terrorismo informatico su alcuni “prodotti, sostanze”, mi chiedo come sia possibile avere accesso ai principali mezzi di informazione per fare un’informazione non veritiera, “insegnare” volutamente cose sbagliate, divulgare dati falsi (impunemente) senza che ci sia qualcuno preposto a vigilare su ciò. Da anni raccolgo testimonianze sui danni causati dalle politiche proibizioniste. Anni fa avevamo addirittura iniziato a fare un “libretto”, (studiato con particolari caratteristiche di aggiornamento) che raccoglieva testimonianze, casi, e dava una buona idea degli effetti nefasti di questa ulteriore inquisizione. Ma mentre noi dobbiamo fare anche altre cose per vivere, oltre che difendere i nostri diritti, i “preposti” lo fanno a tempo pieno e sono pure pagati, o meglio ci guadagnano… Chiedo se i signori del male (non esagero) hanno il monopolio dell’informazione o se esiste un diritto di replica.
Egizio Bosio