Dagli spalti del Costanzo-bar, Gianfranco Fini "piazza bene" il suo sasso, raccatta voti nazional-catto-integral-qualunquisto-padani. Insegnanti dichiaratamente omosessuali: niet. Scontato che dovrebbe essere, almeno da quella fonte, a braccetto per altro con il degno compar suo Gasparri (che pochi giorni dopo avrebbe sbavato in diretta su "famiglie normali" degne, loro sì, di aiuti e sovvenzioni vagamente ormai retrò), il proclama suscita, invece che noia profonda e sbadigli avvelenati, un inusitato circo: meraviglia, prese di posizione violente, isteria, disperazione, esecrazione, plauso dell’Avvenire, articoli dei "maestri del pensiero" come se piovesse… Tanto che, ad alcuni di noi che si sono battuti per anni con convinzione dentro il sindacato per lavorare a sostegno delle battaglie politiche di civiltà a fianco del movimento mondiale gay-lesbico, scarsamente ascoltati e costretti spesso a elemosinare permessi sindacali e risorse economiche, viene legittimamente da chiedersi a quale tipo di battaglie qualcuno pensava ci stessimo dedicando, se magari non ci si immaginasse sparpagliati tra porno-shop e discoteche… Pochi giorni prima dell’evento Fini, la Pivetti-Brambilla tirava fuori di suo roba degna della gestapo sulla condizione transessuale – gli diamo un po’ di ormoni, ‘na regolata per renderli socialmente accettabili – definiva "tragedia umana" il suo interlocutore, tal dr. Guadagno, un tipo peraltro di ragguardevole livello intellettuale, "…quel signore tutto truccato…", ma a causa del ben sedimentato maschilismo, abbinato in più alla mera legge delle proporzioni, data l’insignificante rilevanza politica e dato il carisma da barzelletta della Signora in questione, un episodio infinitamente più grave del precedente restava relativamente impunito, salvo qualche sana passata su blob… I tanti che hanno trovato ancora oggi modo di stupirsi per la volgare campagna strumentale pro-macho etero e paterfamilias di Fini rappresentano la dimostrazione più lampante di quanto poco e male la gente rifletta e di quanto ancor meno la gente conosca realmente non tanto la situazione omosessuale o transgender, quanto le leggi, le competenze, la filosofia stessa della politica. Le destre e tutte le parti conservatrici e reazionarie del Paese, che non si concentrano certo in esclusiva in alcuni partiti di storica estrazione clerico-fascista, hanno da sempre nel loro DNA una dottrina precisa, seccamente autoritaria e regolamentista, un "credo" di normalità che normare e reprimere dentro "verità" assolute tutto vuole, che mira ad imporre a tutti indistintamente stili di vita non condivisi, tanto che vengono sempre dalle stesse teste le proposte di legge per la riapertura delle case chiuse, per i controlli sanitari coercitivi, il proibizionismo cieco e coglione sulle droghe, il riflesso d’ordine su tutto ciò che, invece di giudicare, promuove rispetto per le inquietanti e irrisolte partite della libertà e dei diritti individuali. Non è forse vero che si vogliono coprire con la lurida crosta rassicurante del perbenismo sentimenti e condizioni della persona, se non corrispondono e riproducono in fedeltà le ferree leggi dell’unico codice consacrato? Eppure, chi plaudiva estatico e dimentico le affermazioni finto-libertarie e evidentemente cariche di ipocrisia di Becalossi, una dai tanti amici gay felici, e Mussolini "diamo i bambini alle coppie gay" (sempre meglio degli istituti-lager, cioè meglio che buttarli proprio via) non è stato in grado di immaginare, per esempio, che detta signora si sarebbe poi tanto agitata attorno all’aggiunta della parola "eterosessuale" per la coppia anche di fatto, unica realtà formalmente eletta dalla Commissione Affari sociali a beneficiare della pratica di inseminazione medicalmente assistita. Già, il progetto di legge unificato sulla procreazione medicalmente assistita: bell’argomento da discutere… Se non varranno le ragioni di incostituzionalità, questo governo, che si definisce il primo di centro-sinistra, consegnerà alla storia una pessima legge che nega nel Duemila l’autodeterminazione della donna nella maternità, la bombarda di ormoni e riversa sulla società un rigurgito intollerabile di familismo… Se non prevarrà miracolosamente la ragione passerà anche, spinto per di più da ottusi appelli dabbene di partiti e sindacati, un’altra pessima legge salvacoscienza contro la cosiddetta pedofilia… Vogliamo poi ricordarci di alcune iniziative di questo governo e discutere dei finanziamenti alla scuola privata, confessionale, cattolica, della proposta di legge sulla locazione o l’acquisto di case per chi si sta per sposare (solo se poi si sposa davvero), della proposta sul reddito minimo di inserimento, dove si definisce famiglia "persone di sesso diverso che condividono il luogo abituale di residenza e parte delle spese di sostentamento"? Del concetto di "matrimonio è una cosa per le coppie normali, finalizzato alla procreazione", espresso in sede pubblica dai sindaci DS di Padova e Chioggia? Del D’Alema ’95 su "la vera famiglia è…", di un novello disegno di legge a prima firma Soda, che si definisce avanzato nel riconoscimento giuridico delle unioni affettive, ma che esordisce con un "salvo le disposizioni di maggior favore previste espressamente per la famiglia naturale fondata sul matrimonio" e nega alle coppie gay alcuni importanti effetti, tra i quali ancora una volta la possibilità di adozioni, confermando la coppia gay inevitabilmente come coppia di "serie b"? Vogliamo stupirci meno della destra e parlare seriamente di norme anti-discriminatorie, della sinistra e, finalmente, costruirla davvero?
* CGIL Nazionale, Ufficio Nuovi Diritti