A trent’anni dal varo della legge 180, molti libri, articoli, convegni, film e spettacoli teatrali ne esaltano le virtù, o ne demonizzano i vizi, o magari inseguono ambedue gli obiettivi. Vediamo il travaglio dei giornali di area sinistra e centro.
L’Unità: il 29 novembre dedica due colonne al convegno perugino della «Città del sole» di Clara Sereni, per lanciare l’allarme sui progetti di controriforma della 180, sul disagio mentale che diventa «allarme sicurezza», sui problemi dei servizi (risorse scarse, poca volontà politica di farli funzionare efficacemente in modo integrato). Ma più spazio spetta il 3 dicembre al convegno psichiatrico-letterario lucchese, in memoriam di quell’acerrimo nemico della 180 che fu Mario Tobino. Un lungo pezzo di Michele Zappella, neuropsichiatra infantile e nipote di Tobino, elogiato il lavoro psichiatrico del de cujus, parla dell’evoluzione dei suoi rapporti con Basaglia, dalla reciproca amicizia e stima alla più aspra divergenza. Basaglia – mamma mia! – «tende a considerare i malati come vittime, il manicomio come causa prima del disagio mentale, psichiatri e infermieri come aguzzini al servizio del potere capitalistico». Allo Zio spetta invece il ruolo di novello Leonida in quelle Termopili dove passeranno gli invasori con il vessillo della 180, democristiani e comunisti uniti nella lotta.
Tale messaggio si ritrova più esplicito nei commenti del Nipote (Repubblica/Salute 27 novembre 2008) sul lavoro di Jervis e Corbellini La razionalità negata (Bollati Boringhieri): libro e recensione che costruiscono un Basaglia «antipsichiatra-negatore del disagio mentale» de facto, anche se non a parole, vittima di Foucault e della propria fama, eccetera; il tutto sulla pelle dei poveri matti che lo Zio proteggeva e curava tra le mura del mega-manicomio di Lucca. L’Unità smorza i toni trattando degli aspetti critico-letterarii del convegno lucchese (9 dicembre 2008); poi l’11 dicembre dedica tre discrete colonne al convegno della Statale di Milano «Franco Basaglia e la filosofia del ’900». Più lineare il percorso di Liberazione, che pubblica la articolata risposta dei collaboratori di Basaglia a Jervis e Corbellini (31 ottobre 2008); poi un’aspra denuncia delle mistificazioni del convegno di Lucca (9 dicembre 2008); infine un’intervista a Massimo Recalcati, durante il convegno milanese, sulle possibilità di riscatto di una psicoanalisi «integrata e borghese» nel contesto delle esperienze della nuova psichiatria (10 dicembre 2008). Coi tempi che corrono possiamo contentarci, dopo tutto. (g.b.)