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Si è tenuto il 3 e 4 aprile scorso ad Ascoli Piceno il convegno "Terra…di carta. Canapa: il ritorno di una coltura millenaria e le sue prospettive di utilizzo nell’industria cartaria" organizzato dalla cooperativa Humus di Castel di Lama (AP) e dall’Assocanapa-Coordinamento nazionale canapicoltura. Tante le tematiche e gli argomenti affrontati, ma al termine dei lavori le questioni più importanti emerse possono essere sintetizzate, da un lato, nell’impegno degli esponenti politici, a partire dal sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone, a favorire, ciascuno nella propria sede, tutte le iniziative volte a consentire il pieno successo del ritorno della canapicoltura in Italia; dall’altro, nella disponibilità data dai ricercatori e dagli imprenditori a sperimentare la fattibilità dell’utilizzo della canapa nell’industria cartaria. L’onorevole Corleone, infatti, non si è limitato a sciogliere definitivamente ogni dubbio circa gli aspetti legali del problema, ma ha assicurato il suo contributo affinché sulla canapa si arrivi ad un tavolo di concertazione che coinvolga i ministeri del Lavoro, dell’Industria, dell’Agricoltura e dell’Ambiente. Insomma, viste le interessanti prospettive economiche, occupazionali e ambientali che potrebbero aprirsi, la canapa dovrà entrare in qualche modo nell’agenda governativa. Gli amministratori locali, regionali, i referenti istituzionali come il senatore Gianni Ferrante (capogruppo del Pds in commissione Bilancio del Senato) e l’europarlamentare Francesco Baldarelli hanno assicurato, da parte loro, il massimo appoggio al progetto e si attiveranno per favorire gli investimenti sulla canapa nel Piceno. Di rilievo l’intervento di Marco Moruzzi, assessore all’Agricoltura della Regione Marche che ha affermato in modo netto l’impegno della Regione a voler contribuire anche con progetti sperimentali, al ripristino di una coltura diffusa sul territorio fino a qualche decennio fa. Moruzzi ha ricordato come ci sia nelle Marche l’interesse non solo degli agricoltori, ma anche dell’industria, come quella calzaturiera, ad avere canapa di produzione nazionale che consenta di introdurre sul mercato estero, soprattutto quello americano, prodotti con il marchio "made in Italy" e la Regione ha già preso contatto con alcuni imprenditori interessati. Anche per quanto riguarda l’argomento specifico del convegno, cioè la possibilità di utilizzo della canapa nell’industria cartaria, sono emerse importanti novità: il Poligrafico dello Stato ha reso noto di essere in grado, seppur con costi ancora elevati, di fare una prima trasformazione sperimentale della canapa nell’impianto di Roma, e le Cartiere Miliani di Fabriano si sono dette disponibili ad effettuare prove di laboratorio sulla cellulosa di canapa ottenuta. Nel corso del convegno è stata ribadita più volte l’esigenza che non si verifichi una riduzione del contributo europeo, poiché ciò avrebbe il solo effetto di scoraggiare gli agricoltori, così come molti hanno auspicato che al più presto vengano reintrodotte anche le varietà italiane, le uniche per qualità e possibilità di elevate produzioni che consentirebbero una effettiva competitività sul mercato. Per quanto riguarda la questione dei controlli sulle piantagioni, che – come ha ricordato l’europarlamentare Baldarelli – è un problema sottolineato più volte in sede di Commissione europea, è stata espressa la disponibilità dell’Assocanapa di farsi carico di effettuare un monitoraggio sul territorio nazionale per rilevare la percentuale di THC delle varietà coltivate; ciò, ovviamente, fatto salvo l’impegno da parte dello Stato e delle Regioni di mettere a disposizione le tecnologie e i fondi necessari per tale operazione. Parecchie e importanti, quindi, le novità dal convegno di Ascoli Piceno che, grazie anche alla partecipazione degli esperti e dei rappresentanti del mondo agricolo e imprenditoriale, ha dimostrato come la strada sia stata imboccata nella giusta direzione. E alle parole sono seguiti i fatti. Proprio nei giorni immediatamente successivi al convegno, la cooperativa Humus per la prima volta, almeno nelle Marche, dopo circa quarant’anni, ha effettuato la semina della canapa nei due ettari di terreno che la cooperativa ha avuto in usufrutto gratuito dall’amministrazione comunale di Spinetoli (AP). Le varietà utilizzate sono la "Futura" e la "Fedrina" provenienti dal Consorzio francese e una piccola quantità di "Fibranova", che è una varietà italiana, data dall’Istituto sperimentale per le colture industriali di Osimo (AN). Per quest’anno, Humus effettuerà sperimentazioni sulle modalità di coltivazione di concerto con la facoltà di agraria dell’università di Bologna e la canapa raccolta verrà venduta, in parte, alle ditte che raccoglieranno il prodotto sul territorio nazionale. L’idea della cooperativa è quella di utilizzare il restante prodotto per avviare, con la Regione, un progetto sperimentale sulla cellulosa che coinvolga la SIVA s.p.a. di Roma per ciò riguarda la trasformazione, le Cartiere Miliani di Fabriano e la Scuola di Scienze e Tecniche Cartarie dell’Università di Camerino, per vagliare i possibili utilizzi nell’industria cartaria. Tutto il progetto, sia nella ricerca che nella sperimentazione, sarà seguito inoltre dal Consorzio universitario Piceno. Insomma le Marche e il Piceno, terre di carta… e di canapa, come recitava il titolo di un opuscolo preparato dalla cooperativa Humus, paiono davvero pronte a scommettere (e a investire…) sulla canapa, per avere nelle proprie tradizioni il miglior viatico per il proprio futuro.