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L’Oms riconosce il valore terapeutico della canapa e auspica che le norme internazionali sulla canapa siano modificate in senso meno restrittivo rispetto a quelle attuali. A chiederlo è una commissione di esperti, l’Expert Committee on Drug Dependence, in un rapporto del marzo 2006 non ancora pubblicato e passato sotto silenzio. Più precisamente, l’Oms chiede che il dronabinolo (una variante sintetica del tetraidrocannabinolo, il principale principio attivo della canapa) «e i suoi stereoisomeri» siano spostati dalla tabella II alla tabella III della Convenzione Onu sulle sostanze psicotrope del 1971.
Secondo gli esperti del Committee, che si sono riuniti a Ginevra dal 28 al 31 marzo 2006, «il dronabinolo dovrebbe essere spostato dalla tabella II alla tabella III della Convenzione Onu sulle sostanze psicotrope. Il Comitato ha stilato questa raccomandazione perché il dronabinolo ha una utilità medica che probabilmente è destinata ad aumentare. Attualmente è usato contro la nausea e l’emesi ma è oggetto di ricerca per una serie di altri disturbi compresa la sclerosi multipla e il dolore neuropatico. Lo spostamento nella tabella III garantirà che si applichino delle misure di controllo più leggere, e favorirà l’accesso per scopi legittimi». (Cfr. Who Drug Information Vol. 20, No. 3, 2006).
La raccomandazione si inserisce nella complessa partita a scacchi che vede contrapposte due agenzie delle Nazioni unite: l’Organizzazione mondiale della sanità da un lato e l’Unodc (agenzia per la lotta alla droga) dall’altro. Come documentato su queste pagine (cfr. Fuoriluogo, dicembre 2005), nel settembre 2002 gli esperti dell’Oms proposero senza successo lo spostamento del dronabinolo dalla tabella II alla tabella IV della Convenzione del 1971. In quel caso l’Unodc fece pressione sull’Oms perché la raccomandazione non fosse trasmessa alla Cnd (Commission on narcotic drugs), l’organismo che vede riuniti una volta all’anno i rappresentanti degli stati membri dell’Onu per discutere le politiche sulle droghe a livello planetario.
La raccomandazione finì così in un cassetto, dimenticata, e non fu mai trasmessa ufficialmente alla Cnd che doveva tenersi pochi mesi dopo, nella primavera del 2003. All’Unodc non era evidentemente sfuggito il valore politico di questa raccomandazione, che riconosceva di fatto il valore medico del Thc, e non ci stupiremmo se quest’anno si tentasse di fare altrettanto. Forse è per questo retroscena che il rapporto dell’Oms pone la questione della trasparenza delle informazioni. Esso recita: «Il Comitato ha deciso di consigliare al Secretariat di attirare l’attenzione dei paesi sul fatto che entrambe le convenzioni includono procedure per informare le Nazioni Unite: laddove una Parte ha informazioni che, secondo la sua opinione, potrebbero richiedere un emendamento ad una qualunque delle tabelle, essa dovrebbe notificarla al Segretario Generale e fornirgli/le le informazioni a sostegno della notifica, dopo di che il Segretario Generale trasmetterà tale notifica all’Oms e ad altri organismi». A buon intenditor, poche parole.