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“…L’ideale dell’essere umano libero, che goda della libertà dal timore e dalla miseria, può essere conseguito soltanto se vengono create condizioni che permettano a ognuno di godere dei propri diritti economici, sociali, e culturali, nonché dei propri diritti civili e politici”. Così recitano i preamboli di due Trattati delle Nazioni Unite: quello sui diritti civili e politici e quello sui diritti economici, sociali e culturali. Entrambi risalgono al 1966 e sono stati sottoscritti da più di cento stati.

Il concetto di diritti dell’uomo dell’ONU comprende in primo luogo i diritti negativi di libertà, che garantiscono l’individuo da costrizioni e violenze ingiustificate da parte di organi statali. In secondo luogo, vi sono i diritti positivi di partecipazione, che prevedono l’accesso del singolo ai processi decisionali politici e sociali. In terzo luogo, ci sono i diritti sociali e il diritto allo sviluppo, invocato soprattutto dai Paesi del Terzo Mondo; essi stabiliscono chiaramente che nei diritti civili e politici rientrano anche le condizioni per esercitarli.

Recentemente ho formulato per il Parlamento europeo il Rapporto sullo stato dei diritti dell’uomo nella stessa Unione Europea. In quell’occasione ho sottolineato alcuni punti che mi sembra utile riproporre qui ai lettori di Fuoriluogo.

1) Strumenti per rafforzare i diritti dell’uomo

Ritengo utile che l’Unione elabori un “catalogo dei diritti fondamentali”, la cui attuale mancanza costituisce una grave lacuna. Negli accordi con Paesi terzi si dovrebbero includere clausole che tengano conto anche dell’aspetto umanitario, non solo di quello economico.

2) Il diritto a vivere e a morire in dignità

L’eutanasia è oggetto di grandi discussioni e viene trattata in maniera diversa nei Paesi dell’Unione. In Olanda viene tollerata anche l’eutanasia attiva, che ritengo particolarmente grave se praticata in assenza di consenso del diretto interessato, come nel caso di neonati affetti da gravi handicap. Il diritto dei pazienti alla vita non deve mai dipendere dalla loro “utilità” e dai costi che comportano. Sono, però, anche felice di constatare che la pena di morte non fa più parte degli ordinamenti giuridici degli stati membri dell’Unione.

3) Il diritto all’incolumità fisica

Purtroppo, ci sono ancora molti Paesi nei quali vengono praticate la tortura e altre pene e trattamenti disumani e degradanti. Ad esempio, nel 1995 la Corte europea per i diritti dell’uomo ha condannato il governo austriaco, colpevole di trattamento inumano da parte di poliziotti durante l’arresto di un suo cittadino; le forze di sicurezza inglesi sono state condannate per “uso improprio della forza” su tre appartenenti all’IRA.

4) I diritti fondamentali di libertà

Non tutti i paesi dell’Unione Europea riconoscono la facoltà dell’obiezione di coscienza al servizio militare. In Irlanda non solo l’aborto è categoricamente proibito, ma è anche vietato diffondere materiale favorevole a una riforma della legge. Questo, oltre a offendere la libertà di espressione, viola il diritto di ogni donna di essere informata sui suoi diritti. La Germania, è stata condannata dalla Corte dei diritti dell’uomo per casi di licenziamenti politici a danno di membri del partito comunista.

5) Il diritto alla sicurezza

In nome del diritto alla sicurezza delle persone, di per sé pienamente legittimo, stanno crescendo atteggiamenti populisti che rivendicano leggi e pene più severe, maggiori poteri per polizia e procure. Vedo in queste tendenze un grave pericolo per la democrazia e per la giustizia.

6) I diritti dei detenuti

L’Osservatorio internazionale sui penitenziari ha denunciato il problema del sovraffollamento. In ben cinque Paesi dell’Unione la popolazione carceraria eccede il limite di capienza. Si registra un continuo peggioramento delle condizioni di vita, dovuto alla tendenza generale a comminare pene più lunghe, alla fatiscenza degli istituti, alla mancanza di strutture sanitarie, alle scarse possibilità di occupazione dei detenuti. Pur sapendo che l’uso di droghe iniettive e le pratiche sessuali sono diffuse tra i detenuti, in quasi tutti i Paesi dell’Unione non si fa fronte al problema AIDS. In ogni prigione europea si dovrebbe introdurre urgentemente un trattamento speciale per i tossicodipendenti, che preveda la somministrazione di droghe sostitutive e terapie adeguate. In Italia anche i detenuti in stadio avanzato dell’AIDS rimangono in carcere e non vengono trasferiti in apposite strutture.

7) Il diritto d’asilo

La politica attualmente perseguita dall’Unione nei confronti dei profughi è di chiusura. È urgente formulare una strategia comune per l’accoglienza che almeno risponda ai requisiti della Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Le disposizioni sullo stato terzo previste dalla procedura d’asilo spostano il profugo da un Paese all’altro senza alcuna tutela; in questo modo, anche le Convenzioni già in vigore vengono completamente vanificate.

8) Il diritto a non essere discriminati

Lo strumento giuridico che dovrebbe assicurare la parità fra i sessi non viene applicato e le pari opportunità in campo professionale sono sistematicamente disattese. Continuano a sussistere differenze nella remunerazione, sia nel settore privato che in quello pubblico, a danno delle donne. Nella maggior parte dei Paesi europei, omosessuali e lesbiche sono discriminati in tutti i settori. È urgente abolire qualsiasi discriminazione, anche attraverso il riconoscimento giuridico di modalità di vita o preferenze sessuali diverse.

9) Il diritto alla sicurezza sociale di base

Esiste una forma di violenza contro i bambini più sottile di quella fisica: la povertà. La diffusione della micro-criminalità fra i giovani si collega a tale fenomeno. È necessaria una politica che garantisca anche ai bambini e ai giovani una sicurezza sociale di base. La migliore politica criminale è quella di una buona politica sociale.

10) I diritti dell’infanzia

In alcuni stati dell’Unione il lavoro minorile è ampiamente diffuso. In certi Paesi la legge ammette l’accesso al lavoro già a 13 anni. Occorre invece armonizzare senza indugio l’età minima per l’accesso alla vita lavorativa e prevedere l’istruzione obbligatoria fino ai 16 anni in tutti i Paesi. Ritengo positivi i passi in questa direzione fatti dal governo italiano. Si dovrebbe inoltre classificare come reato specifico la violenza fisica contro i bambini e l’incuria grave, che hanno pesanti ripercussioni sullo sviluppo psicofisico del bambino.

11) Il diritto a un ambiente sano

I danni all’ambiente possono pregiudicare il diritto all’incolumità fisica, alla sfera privata e alla libera circolazione. Gli stati membri devono armonizzare le normative nazionali esistenti e rendere più severe le pene per i reati contro l’ambiente, in linea con il principio del “chi inquina paga”.

Con le elezioni del 27 settembre anche il mio Paese, la Germania, ha voltato pagina. Il popolo tedesco ha dato mandato a una nuova maggioranza rosso-verde di riformare lo stato. La socialdemocrazia è al governo nella grande maggioranza dei Paesi europei, in quelli più importanti assieme ai Verdi. Ci sono dunque le condizioni per fare progredire la nostra società, anche alla luce delle preoccupazioni che ho formulato nelle righe precedenti. Il programma di coalizione tra Verdi e SPD prevede, tra l’altro, una politica di asilo e di cittadinanza rivoluzionata, la possibilità di somministrazione di droghe e metadone ai tossicodipendenti, pari diritti per omosessuali e lesbiche, l’uscita dal nucleare. Si tratta di cogliere in tutti i Paesi dell’Unione questo vento di rinnovamento e di dargli un effettivo respiro europeo. Spero tanto che ci riusciremo.

* Capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo