Tempo fa, nel pieno dello scandalo sollevato dalla scoperta di una rete di pedofili su Internet, ho provato a fare una breve ricerca con il famoso Yahoo! e la parola chiave pedophilia. La rete non delude mai: dai 9 siti, in 2 categorie, segnalati da Yahoo!, in pochi minuti di collegamento ho trovato decine di documenti e links di ogni genere. Dal rapporto MAPI (Movimento Contro la Pedophilia su Internet), al sito di una certa Associazione Pedofila Danese; dal Pedophile Liberation Front alla Pedosexual Resources Directory. Non ho approfondito più di tanto, ma la mia pur limitata esperienza con la rete mi fa pensare che in poco tempo avrei potuto rintracciare cose di ogni genere anche su questo argomento. Mi collego a Internet quasi ogni giorno e mi è diventato difficile farne a meno. Internet mi ha portato in casa gran parte dei servizi di una grande biblioteca e molto di più. A qualunque ora, al prezzo di pochi scatti telefonici, posso collegarmi a MEDLINE o leggere il “New York Times”. Posso consultare riviste a cui non potrei mai abbonarmi e far ricerche per parole-chiave nei loro archivi. Posso avere le previsioni del tempo per qualunque città del mondo (mia moglie, che viaggia molto per lavoro, considera il servizio irrinunciabile per fare la valigia!) e trovare la discografia completa di Sviatoslav Richter. Posso usare la comodissima – e praticamente gratuita – posta elettronica invece dei costosissimi fax. “The Web” è veramente una novità di portata storica, qualcosa che non è mai esistito prima nella storia dell’umanità e della comunicazione, e le cui conseguenze politiche, sociali ed economiche sono ancora poco prevedibili. La possibilità per chiunque di aprire un proprio sito Internet con una spesa modesta o di partecipare liberamente a “gruppi di discussione” su ogni genere di questioni, è indubbiamente un enorme contributo alla libertà di espressione e alla circolazione delle idee (al di là della difficoltà di “emergere” nell’immenso spazio di parole, immagini, suoni…). Accettando l’inevitabile, e cioè che molto di ciò che va su Internet è di scarso valore, questa è davvero la Libertà di parola, nel bene e nel male. Libertà: forse il più fondamentale dei diritti inalienabili dell’uomo, e certamente il più temuto e ostacolato. La grandissima novità di Internet – come si è sviluppata in questi ultimi anni – è stata veramente nella sua incontrollabilità (per ora) da parte di un qualsiasi potere. Forse è davvero una cosa un po’ sfuggita di mano… Ultimamente gli attacchi alla rete stanno diventando più forti e pericolosi proprio a causa di alcune delle più sgradevoli e inevitabili conseguenze della libertà. La libertà entra immediatamente nel mirino dei poteri costituiti quando rischia di toccare importanti privilegi politici o economici, e l’arma regolarmente usata per ridurre gli spazi di libertà consiste soprattutto nel sollevare un’indignazione morale. Dalle streghe dell’Inquisizione ai cinesi-fumatori-d’oppio nella California di fine ‘800, dagli ebrei usurai ai comunisti mangiapreti e mangiabambini, il metodo è sempre lo stesso: cambiano solo le parole. Internet è finita sotto tiro per la diffusione di immagini pornografiche, per la discussione sulle droghe, per la violazione dei diritti di proprietà intellettuale, per la possibilità di comunicazione fra delinquenti via posta elettronica, per il suo accesso libero anche per i bambini (relativamente libero, visto che ai bambini di casa qualcuno deve pur dare la “password”). La recente scoperta di una rete di pedofili che prendevano contatti e si scambiavano immagini attraverso siti più o meno nascosti e “riservati” ha sollevato l’ultimo allarme. Anzi, il penultimo, visto che successivo l’inizio della polemica sulla diffusione integrale via Internet dell’atto d’accusa contro Clinton per il sexgate. Forse vale la pena di aprire una discussione. Io sono comunque per la difesa della rete e sono contrario a ogni censura. In un mondo in cui l’informatica e la telematica, fra i tanti vantaggi, tendono sicuramente a ridurre certe garanzie e certi diritti (mai prima d’ora si era dovuto porre con tanta forza il problema della privacy!), lo spazio di libertà offerto dalla rete è troppo importante. Sta a ciascuno di noi imparare a usarlo con intelligenza. Ma difendiamolo. Tutte le questioni sollevate per chiedere in qualche modo una censura su Internet sono del tutto inappropriate. La comunicazione fra delinquenti avviene comunque, e anche meglio, via fax o telefonino. La questione della pornografia su Internet fa ridere, se guardiamo a ciò che è in vendita nelle edicole. Anche le “reti di pedofili” possono purtroppo tranquillamente svilupparsi (e forse in modo più pericoloso) del tutto al di fuori di Internet. In fondo, la cosa più pericolosa che ho visto su Internet è l’uso spregiudicato che ne è stato fatto dal Potere nel caso Clinton: la doverosa “pubblicità” di un atto d’accusa mai prima d’ora era consistito nel distribuirne il testo integrale urbi et orbi, e con un simile clamore propagandistico. Come ha scritto “Le Monde”, “Le procedure legali hanno generato un mostro… Il contenuto del rapporto è degno dei processi dell’Inquisizione… Questo nuovo maccartismo [costituisce] una minaccia per tutti noi”. A meno che anche questo non sia nato, machiavellicamente, come attacco alla “rete”…