Con l’aiuto dell’associazione Liberarsi, 739 ergastolani hanno presentato un ricorso alla Corte europea sui diritti umani per sostenere la disumanità della pena perpetua. Dal 1° dicembre sono in sciopero della fame. Una vera notizia. Eppure la stampa e i media preferiscono occuparsi della galera finta, quella dell’Isola dei famosi.
La protesta viene bollata preventivamente come una protesta dagli esiti impossibili. C’è chi la censura sui media e chi nel vero senso della parola, andando a controllare le lettere degli ergastolani. Ecco invece le dichiarazioni recenti di tre ministri. Clemente Mastella, ministro della Giustizia 2006-2008: «Mi è stato chiesto cosa penso dell’ergastolo; rispondo che da cristiano obbediente all’art. 27 della Carta costituzionale sono per l’emenda e per il recupero, entrambi incompatibili con l’ergastolo». Oliviero Diliberto, ministro della Giustizia 1998-2000: «Confermo il mio impegno per l’abolizione dell’ergastolo». Rosa Russo Jervolino, ministro dell’Interno 1998-1999: «L’ergastolo va abolito, il carcere non è mai la risposta risolutiva. E Corleone sbaglia sull’eroina. Sì a pene certe, no all’ergastolo».
Adriano Sofri, 22 settembre 2002, in una intervista a l’Unità: «Oliviero Diliberto è stato addirittura un ministro caricaturale. Aveva promesso l’abolizione dell’ergastolo e dopo una settimana era già ostaggio dei sindacati penitenziari, che sono uno scandalo. Per capire la questione della carenza di organici bisognerebbe indagare quanti agenti sono assenti per malattia o per permessi sindacali. L’allora direttore dell’amministrazione penitenziaria, Alessandro Margara, aveva denunciato questa evidente verità: il numero di agenti in rapporto ai detenuti, in Italia è più alto che in qualsiasi altro paese europeo. E per questo fu cacciato». Da Diliberto, per la cronaca.
I governanti italiani sono spesso dei quaquaraqua. Diventano subito ostaggi di media e gruppi di potere. La questione dell’ergastolo è una questione dirimente per distinguere chi crede in una giustizia mite e chi crede in una giustizia vendicativa. In questa legislatura, al momento, non è stato depositato alcun disegno di legge per l’abolizione dell’ergastolo. È la prima volta che accade nella storia repubblicana. Era il 1981 quando i radicali presentarono il referendum per l’abolizione dell’ergastolo. Da poco era stato nominato Francesco Rutelli segretario. Sette milioni di persone votarono per l’abolizione. La scelta dei partiti di sinistra di non partecipare ai referendum veniva commentata così fra gli altri
da Franco Corleone: «La divaricazione che sembra riproporsi tra radicali e sinistra tradizionale, in Parlamento o forse anche nel paese, con gli apparati dirigenti, in occasione dei prossimi referendum, deriva dalla latitanza generale di prospettive e progetti da parte di Pci e Psi». Usando il linguaggio Facebook Corleone e Diliberto sono taggati.
Corleone nell’81 attaccava i comunisti di cui faceva parte Diliberto, perché privi di idee di sinistra. Diliberto nel 1999 cacciava Margara, amico di Corleone, perché troppo garantista. La Jervolino nel 1999 attaccava Corleone perché troppo libertario sulle droghe. È facile intuire in questo gioco chi è coerentemente di sinistra e chi no.
Patrizio Gonnella
Presidente Antigone