Da tempo sono letteralmente perseguitato dallo Stato, in quanto nel lontano 1996, alla visita di leva presso la Marina Militare, dichiarai (stupidamente) di aver fatto uso di droghe leggere e in seguito risultai positivo ai cannabinoidi negli esami tossicologici, ai quali fui tenuto a sottopormi. In possesso di patente di guida B dal mese di settembre, me la vedevo sottoposta a revisione, a seguito della comunicazione della M.M. Oggi mi ritrovo periodicamente costretto a sottopormi a dispendiose analisi presso il SERT. La mia situazione, simile a quella di migliaia di giovani, mi sta procurando stress e frustrazione (oltre che un peso economico non indifferente), perché mi vedo negato il diritto alla libera mobilità. Vi prego, pertanto, in nome di quella battaglia per i diritti umani e civili che ci accomuna, di prendere in considerazione il mio caso, sollecitando la definizione dell’iter della proposta di legge n° 1973 del 4.7.96 del deputato Cento. Credo che sia un vostro dovere politico mettere mano a questa legge: se non s’impegna la Sinistra su questo tema, non so proprio chi lo debba fare. Se proprio non riuscite a portare un po’ di civiltà legalizzando le droghe leggere, per lo meno impegnatevi in questa battaglia per i diritti minimi di libertà, schiacciati troppo spesso da uno Stato che è più di polizia che democratico.
A.M. (Monfalcone)
Caro amico, E’ proprio perché sono a conoscenza di tante situazioni simili alla tua che, insieme ad altri colleghi deputati, ho presentato, fin dal 24 luglio 1996, una proposta di legge contenente le modifiche agli articoli 128 e 187 del Nuovo Codice della Strada, in materia di guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Questa proposta di legge è attualmente in discussione nel Comitato ristretto della Commissione Trasporti, abbinata alle altre proposte di modifica del codice della strada. Non ti nascondo le difficoltà, in un paese dove si è sempre pronti a rincorrere l’ultima emergenza, a far passare il concetto che la funzione del codice della strada non è quella di punire indirettamente il consumatore di droghe, ma invece di tutelare la sicurezza sulle strade. Proprio quegli articoli 128 e 187 hanno avuto un utilizzo improprio: soprattutto in alcune regioni, tali norme sono state utilizzate per reprimere, attraverso la sospensione della patente di guida e le conseguenti procedure per riaverla, il consumo di droghe leggere. Vi è addirittura una inaccettabile situazione di disparità nel trattamento dei consumatori di cannabis, che risulta molto più duro rispetto a quello dei consumatori di alcool: nel primo caso, è prevista addirittura la revoca della patente di guida, nonostante molteplici studi abbiano dimostrato che la tossicità della cannabis sia inferiore a quella dell’alcool e del tabacco. L’augurio e la speranza è che queste considerazioni facciano breccia nel Comitato ristretto della Commissione Trasporti e nell’aula parlamentare quando si dovrà discutere ed approvare definitivamente la riforma del codice della strada.
On. Paolo Cento, deputato dei Verdi