Alla vigilia dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle droghe, che inizierà a New York l’8 Giugno, si moltiplicano le iniziative di movimento e le prese di posizione perché questo importante appuntamento non si traduca in una passerella preordinata, dove tutti gli stati sono chiamati a giurare rinnovata fedeltà alle politiche di “lotta alla droga” portate avanti dall’ONU. Oltre all’appello della “Lega mondiale contro la guerra alla droga” (Global coalition for alternatives to Drug War), che abbiamo pubblicato lo scorso numero, è stato stilato un manifesto dal “Consiglio europeo delle organizzazioni non governative sulle droghe e lo sviluppo” (ENCOD). Il documento, che si intitola “Per una politica giusta ed efficace sulle droghe”, propone una piattaforma articolata di obiettivi per la tutela dei diritti e dei consumatori nei Paesi sviluppati, e dei piccoli coltivatori di piantagioni illecite nei Paesi produttori. Tra l’altro, si propone: la depenalizzazione del consumo personale e il riconoscimento di maggiore autonomia agli stati firmatari delle Convenzioni internazionali per sperimentare localmente politiche alternative (come forme di legalizzazione parziale per alcune sostanze); la sospensione dei programmi di sradicamento delle coltivazioni illecite, che attualmente avviene col lancio dagli aerei di pesticidi e diserbanti, con effetti devastanti sull’ambiente e la salute umana; la smilitarizzazione dei territori dove si trovano le piantagioni illecite, poiché il controllo militare si traduce nella negazione dei diritti civili e delle garanzie per i contadini. Gli interventi sulle coltivazioni dovrebbero mirare a combattere la povertà che di fatto obbliga gli agricoltori a coltivare le droghe. Al contrario, le agenzie ONU impostano i loro programmi secondo la filosofia della guerra alla droga, trattando i piccoli coltivatori come criminali da combattere, e perseguendo come metro del “successo” delle iniziative solo il numero di ettari di coltivazioni illecite sradicate. D’altro lato, l’ONU, proprio perché consapevole del fallimento della lotta internazionale al narcotraffico, vuole “rifarsi il look”, proponendo all’assemblea di intervenire anche sulla “riduzione della domanda”, oltre che sulla riduzione dell’offerta. A parte l’ambiguità delle politiche di riduzione della domanda (che possono significare perfino un inasprimento della repressione verso i consumatori, invece che prevenzione e riduzione del danno), occorre stare ai fatti: durante la conferenza preparatoria del marzo 1997 è stata respinta la proposta di creare un nucleo di esperti che desse la garanzia di una valutazione obiettiva e indipendente sulle politiche internazionali fin qui perseguite. Il comitato che dovrebbe tracciare il bilancio dell’azione dell’ONU è perciò composto… dagli stessi funzionari dell’ONU, con l’aggiunta di qualche delegato nazionale tanto per salvare la faccia! Se ancora ci fossero dei dubbi sulle vere mire dell’agenzia per il programma sulle droghe (UNCDP) in vista di New York, sono illuminanti le recenti fatidiche parole del suo direttore, Pino Arlacchi: “La guerra alla droga non è stata persa, perché non è stata mai combattuta. È ora di cominciare”. Un’ultima iniziativa, promossa dal “Lindesmith Center” di New York, di cui è direttore Ethan Nadelmann, è una lettera aperta, indirizzata a Kofi Annan, in cui si chiede che la prossima Assemblea generale affronti un bilancio onesto e obiettivo della “guerra alla droga” e consideri la prospettiva di politiche in cui la repressione ceda il passo a una maggiore attenzione alla salute pubblica, ai diritti umani e ai risultati scientifici. La lettera è firmata da personalità di diversi Paesi. Né c’è molto da aspettarsi dall’iniziativa dei governi nazionali, almeno a giudicare dalla recente “gaffe” di Prodi al vertice del G8: il suo staff ha dato a intendere che nella dichiarazione finale del vertice ci fosse una severa condanna di ogni ipotesi di legalizzazione della cannabis. In realtà c’è solo un generico accenno alla cooperazione nella lotta al narcotraffico, tuttavia, la caduta di stile dà l’idea degli umori con cui il nostro presidente del consiglio si accinge a intervenire all’Assemblea generale. Fondamentale sarà la visibilità del movimento. Le associazioni che hanno promosso l’appello contro la guerra alla droga e quelle firmatarie del manifesto “Per una politica giusta ed efficace sulle droghe” (a tutt’oggi oltre un centinaio) stanno organizzando un grande convegno parallelo all’Assemblea per presentare le loro proposte: tra l’altro ci sarà spazio per discutere la revisione della Convenzione di Vienna, l’esperienza olandese e la campagna per la decriminalizzazione della cannabis, la riduzione del danno, il controllo delle droghe e i diritti umani. La richiesta era di tenere questo Forum delle organizzazioni non governative e di tutte le associazioni nel palazzo delle Nazioni Unite. Fino a questo momento la richiesta non è stata accolta perché sembra che all’Agenzia ONU sulle droghe non piacciano i temi del convegno… Comunque sia. questo si terrà, o dentro o fuori il Palazzo di Vetro, mentre negli stessi giorni si stanno organizzando iniziative locali di sensibilizzazione in molti Paesi. Forum Droghe presenterà alla stampa nella settimana precedente l’Assemblea le firme che abbiamo raccolto sull’appello della Lega mondiale contro la guerra alla droga.
Pubblichiamo nel frattempo le prime adesioni che ci sono giunte (alla data del 18 maggio):
singoli, istituzioni e associazioni: Vittorio Agnoletto (LILA), Massimo Barra (Fondazione Villa Maraini), Gianfranco Bettin (prosindaco di Venezia), Gianluca Borghi (assessore sicurezza sociale, Regione Emilia-Romagna), Angelo Costanzo, Lucio Cutella, Antonio D’Alessandro (PARSEC), Daniele Domenicucci, “È ora di piantarla”, Giovanni Ferrera (assessore, Comune di Catania), Andrea Gallo (Comunità S. Benedetto al Porto di Genova), GIOART, Giovani comunisti, Giovani Verdi, Amato Lamberti (presidente Provincia di Napoli), Mirella Olivari, Rete studentesca, Simone Siliani (assessore sicurezza sociale della Toscana), Unione degli studenti, Unione degli universitari;
deputati: Angelo Altea, Fulvia Bandoli, Annamaria Biricotti, Marida Bolognesi, Gloria Buffo, Paolo Cento, Elena Cordoni, Franco Corleone, Maura Cossutta, Tonina Dedoni, Vasco Giannotti, Tullio Grimaldi, Mauro Guerra, Carlo Leoni, Rosanna Moroni, Mauro Paissan, Alfonso Pecoraro Scanio, Giuliano Pisapia, Gianni Pittella, Massimo Scalia, Sauro Turroni;
senatori: Francesco Bartolotto, Monica Bettoni, Antonella Bruno Graneri, Francesco Carella, Maria Grazia Daniele, Eugenio Donise, Elvio Fassone, Luigi Manconi, Luciano Manzi, Maurizio Pieroni, Giovanni Russo Spena, Ersilia Salvato, Giovanni Saracco, Francesca Scopelliti;
parlamentari europei: Adelaide Aglietta, Daniel Cohn Bendit, Wolfgang Kreissl-Dorflen, Edith Muller, Luciano Pettinari, Carlo Ripa di Meana, Claudia Roth, Elisabeth Schroedther, Nel Van Dyk.