Fuoriluogo si è già ampiamente occupato dell’esperienza di somministrazione controllata di eroina e più in generale della politica “progressista” del governo svizzero sulla droga. Nel frattempo sono state raccolte le firme per un referendum contro l’eroina terapeutica (si terrà il 13 giugno prossimo), mentre agli inizi di marzo una mozione per la legalizzazione della canapa è stata respinta dal Consiglio federale (la nostra Camera dei deputati). Un quadro a luci ed ombre, che ci spinge ad approfondire il contesto storico in cui è nata la politica “progressista” del governo svizzero e l’attuale travaglio politico.
Ne parliamo con Attilio Stoppa, dell’Ufficio federale di sanità pubblica, delegato per la questione droga. Anche se esperienze di riduzione del danno esistono in molti paesi europei, la Svizzera è l’unico paese in Europa, a parte l’Olanda, in cui la riduzione del danno, compresa l’eroina terapeutica, è la politica ufficiale del governo. La droga è in genere un argomento scottante per i politici. Come mai tanto coraggio in Svizzera? Gli svizzeri hanno vissuto lo shock delle “scene all’aperto” di droga nei grandi centri, da Zurigo a Basilea, da Berna a S.Gallo. I politici hanno dovuto fare qualcosa, in fondo la Svizzera è il paese “pulito” e ordinato per antonomasia. All’inizio si è tentato con la repressione, ma non ha funzionato. Poi quei comuni hanno intrapreso iniziative di politiche sociali e riduzione del danno in collegamento fra di loro, hanno chiesto la collaborazione dei Cantoni e poi del governo. Quando si è visto che quella politica funzionava, allora il governo l’ha fatta propria a livello centrale. E’ stata una scelta pragmatica. Dunque l’iniziativa è partita dai Comuni e poi si è estesa a tutta la Svizzera? Non proprio. Intanto i 26 cantoni non sono obbligati a seguire gli indirizzi del governo federale e rimangono differenze culturali profonde fra i cantoni tedeschi e quelli di cultura latina. Non voglio dire che ci sono ventisei politiche diverse, ma almeno tre: quella dei cantoni tedeschi, più “progressisti” sulle droghe (tutti i progetti con eroina terapeutica sono nella Svizzera tedesca, eccetto Ginevra), quella delle città maggiori, Ginevra, Losanna, Lugano, Locarno, un po’ più aperta rispetto all’approccio ancora conservatore dei piccoli centri dei cantoni francesi e italiani. Però il governo ha visto riconfermata la sua politica a grande maggioranza in due referendum, e ora i politici dei cantoni più conservatori si trovano in una morsa. Come giocano le differenze fra destra e sinistra? Non è tanto una questione di destra e sinistra. Anche nella sinistra, di tradizione socialdemocratica, ci sono resistenze, perché c’è un’etica, un ideale sovrumano di umanità cui tendere: l’uomo deve vivere senza droga. E’ un approccio che ha poco a che fare col pragmatismo. E anche nell’altro schieramento c’è chi è a favore di una politica tollerante. Ad esempio Ruth Metzler, democristiana dell’ala destra, neo-eletta in Consiglio federale e neo direttrice del Dipartimento federale di giustizia e polizia, si è dichiarata a favore della legalizzazione della canapa. A proposito della canapa. Sembrava che il governo volesse affrontare una riforma seria della legge sugli stupefacenti, invece c’è stato in parlamento quel voto contrario alla legalizzazione della canapa… Non gli attribuirei grande importanza. La consigliera Ruth Dreifuss ha chiesto a nome del governo di respingere la mozione perché si vuole affrontare la questione nell’ambito di una revisione complessiva della legge. Il progetto sarà pronto già a giugno prossimo e dovrebbe affrontare sia la depenalizzazione del consumo di tutte le droghe che la regolamentazione della canapa, compresa la produzione e la vendita. Ma qualche mese fa è stato condannato il gestore di uno di quei negozi dove si vendono i famosi cuscini di canapa. Non è un segnale negativo? E’ stata solo una sentenza per lanciare il messaggio che ancora la canapa non è stata legalizzata, altrimenti la proliferazione di questi negozi sarebbe stata incontrollabile. Ma ormai c’è una larga accettazione sociale del consumo di canapa, almeno nelle città. Si sa che moltissimi giovani consumano canapa, così come bevono birra o vino. E’ un consumo voluttuario controllato, che non desta preoccupazioni. Che mi dice del nuovo referendum contro l’uso medico di eroina? Le firme necessarie sono state raggiunte con grande difficoltà. E poi a livello cantonale si è già votato su questo in ben cinque occasioni e l’ipotesi di bloccare i fondi per la sperimentazione con eroina è sempre stata respinta.