C’era un tempo in cui l’emergenza era una cosa seria, e lo Stato ricorreva a situazioni di eccezione per far fronte a un nemico che incuteva paura. Tanto serie erano quelle emergenze, che un’associazione come la nostra è nata negli anni ’80 proprio per contrapporvisi. Alle leggi speciali degli anni ’70, Antigone opponeva un modello di diritto che si sentisse forte di se stesso e sapesse affrontare con i propri strumenti ordinari circostanze più e meno difficili.
Le emergenze, oggi, sono tristi e risibili insieme. Il nostro nemico è un signore che si affaccia al finestrino e ci propone un vetro più pulito, generando non paura bensì fastidio. È per lui che i nostri sindaci post-comunisti hanno scritto ordinanze e inneggiato a proclami repressivi. Nel vuoto culturale dei loro mandati, hanno scelto di creare un allarme sociale inesistente, credendo poi di poterlo cavalcare in sella a un destriero capace di portarli in corsa alle elezioni.
Ma vicende recenti ci raccontano un’altra storia. Nel 2001, Francesco Rutelli scrisse una lettera agli italiani nella quale affermava con nettezza che «il diritto alla sicurezza è oggi un diritto di cittadinanza. Noi vogliamo essere contro il crimine e decisi a rimuovere le cause del crimine. Intendiamo combattere l’immigra-zione clandestina (…). Servono subito più mezzi, più magistrati, una maggiore organizzazione». Una nettezza così convincente da spingere gli elettori a votare per la destra. Se c’è qualcosa che dovrebbe distinguere la sinistra dalla destra è infatti proprio la capacità di sfumare contorni. Ma se lo stesso candidato premier della prima indicava con tanta certezza il nemico di ogni nostra tranquillità urbana, come non credergli?
Lo stesso accadde a Lionel Jospin l’anno seguente. Jospin durante i 5 anni del suo governo aveva introdotto la settimana di 35 ore e i Pacs. Eppure, volendo inseguire Chirac, non rivendicò durante la campagna elettorale quelle azioni di sinistra ma promise sicurezza nelle banlieues. Così al ballottaggio arrivò Le Pen. Non paga, dunque, svendere un edificio di tradizioni culturali antiche e sedimentate per rincorrere il singolo mattone del momento. Non paga essersi liberati di quei principi di solidarietà che vivevano in tutte e tre le grandi tradizioni di pensiero sulle quali è nato il nostro paese. I comunisti guardando all’eguaglianza, i cattolici guardando all’amore fraterno, i liberali guardando alla difesa delle libertà individuali di ognuno, tutti avevano nei confronti dell’altro un’attenzione umana che i nostri sindaci e governanti senza storia hanno trasformato in attenzione penale. La stessa identica attenzione che il popolo di Grillo riserva a loro medesimi. Con lo stesso qualunquismo.
Siamo quindi in attesa dell’ennesimo pacchetto sicurezza. Nel 2001 qualche giorno prima di andare a votare il Guardasigilli Fassino riuscì a far aumentare le pene per scippatori e ladri di appartamento, dopo aver senza successo introdotto il braccialetto elettronico per chi era agli arresti domiciliari. Ora si pensa di estendere le ipotesi di applicazione della custodia cautelare per reati contro il patrimonio, prevedere indiscriminatamente pene fino all’ergastolo per chi induce i minori all’accattonaggio (fosse pure la mamma rom con il proprio bambino in braccio), punire i clienti delle prostitute. Nel frattempo l’Unione crolla nei sondaggi.