L’11 luglio il generale McCaffrey, attuale “zar” antidroga del governo americano, è partito per l’Europa per un breve giro di ricognizione sulle strategie antidroga adottate in alcuni Paesi, come la Svezia, l’Olanda, la Gran Bretagna e la Svizzera. Già prima della partenza lo zar aveva iniziato una violenta campagna di propaganda contro la politica olandese, dichiarando, nel corso di un talk show della CNN, che l’esperienza olandese era da considerarsi “un disastro assoluto”. Immediata la protesta dell’ambasciatore olandese a Washington, Joris M. Vos: in una lettera ufficiale indirizzata allo stesso generale, egli si dichiarava “attonito e costernato” per le critiche dello zar, soprattutto perché avanzate prima ancora che questi avesse messo piede in Olanda e si fosse opportunamente informato. Ma l’incidente non finiva qui. Durante la prima tappa del suo giro europeo, a Stoccolma, lo zar statunitense rincarava la dose, sostenendo che il tasso di omicidi in Olanda sarebbe il doppio degli Stati Uniti, con tanto di cifre sparate alla stampa: gli Stati Uniti avrebbero infatti 8,22 omicidi ogni centomila abitanti, contro i 17,58 dei Paesi Bassi. Ovviamente la differenza a sfavore dell’Olanda sarebbe da addebitarsi alla “tolleranza” olandese sulle droghe, in particolare sulle droghe leggere. Puntualmente i dati di McCaffrey erano smentiti dall’Ufficio Centrale di Statistica olandese, che denunciava il “falso” del generale (le cifre fornite riguardavano i tentati omicidi e non i delitti compiuti). Tanto che la portavoce del ministero degli Esteri, Birgitta Tazelaar, accusava decisamente McCaffrey di “parzialità” e di “mancanza di apertura mentale”. Gli attacchi del generale hanno suscitato aspre reazioni anche nell’opinione pubblica e sulla stampa, nonostante questi abbia poi smorzato i toni durante la sua visita (in particolare dichiarava il suo apprezzamento per i trattamenti metadonici ampiamente diffusi in Olanda). Un quotidiano ha perfino scritto che un “disastro assoluto” sarebbe il generale, non la politica olandese sulla droga. L’articolo che pubblichiamo, del sociologo americano Craig Reinarman, studioso della politica olandese sulle droghe, è stato scritto per il giornale “Het Parool” nel vivo della polemica.