Nel giugno del ’95 il consiglio superiore di Sanità del governo olandese scrisse al ministro competente che sarebbe stata una buona idea delineare per l’Olanda un progetto di ricerca sperimentale sulla somministrazione di eroina a mantenimento ai tossicodipendenti. Il consiglio della Sanità esprimeva così il suo parere su un quesito, avanzato all’inizio del 1994 dal precedente governo cristiano-democratico, guidato dal primo ministro Lubbers.
Il consiglio suggeriva alla ministra della Sanità, la signora Borst, di nominare una commissione per progettare la sperimentazione.
Nello stesso anno, il ’95, la ministra della Sanità portò questo parere alla discussione del Parlamento. Nel dibattito che ne seguì, il Parlamento fu d’accordo con la ministra sulla necessità di procedere allo studio del progetto: così, nel dicembre ’96, la ministra della Sanità insediò la “Commissione Centrale per il Trattamento dei tossicodipendenti da eroina” (Ccbh). Fu chiamato a presiederla il professor van Ree, un farmacologo della Scuola Medica di Utrecht. Nel luglio del ’97 la commissione varò un progetto di ricerca molto dettagliato, prevedendo un esperimento con tre gruppi, per un totale di 750 persone, da eseguirsi in 8 o 9 città.
Come promesso, la ministra della Sanità portò il progetto in discussione in Parlamento, e i partiti religiosi e cristiani (di cui nessuno fa parte dell’attuale governo) si dichiararono contrari a qualsiasi trattamento con eroina: con l’argomento che il consumo di droga è un male e dunque lo Stato non dovrebbe mirare a dare la droga ai drogati. Stranamente queste obiezioni furono lasciate cadere nel dibattito sul piano presentato dal Ccbh. Ma ci furono altre opposizioni.
Il gruppo parlamentare liberale, la formazione cosiddetta “del libero mercato”, che fa parte dell’attuale maggioranza governativa di centro-sinistra, avanzò il timore che il numero di 750 soggetti ammessi al trattamento con eroina fosse troppo elevato: il sistema dei servizi sociosanitari olandese non sarebbe stato in grado di fronteggiare i problemi in caso di insuccesso. Ovvero non si sarebbe potuta bloccare una sperimentazione così allargata, anche se i risultati si fossero rivelati negativi. Questa fu l’obiezione che monopolizzò il dibattito, insieme alla loro controproposta di procedere all’esperimento con non più di 50 persone. L’opposizione degli aderenti al gruppo “del libero mercato” aveva tutta l’aria di una mossa anticipata in vista delle elezioni politiche del ’98.
Da lì si aprì lo scontro in Parlamento. La ministra della Sanità dichiarò che le rivendicazioni dei liberali non avevano alcun fondamento, e che si sarebbe rifiutata di procedere ad un esperimento più limitato: la sperimentazione avrebbe dovuto avere un rigore scientifico, oppure era meglio non farne niente.
Alla fine, la ministra trovò intelligentemente un compromesso con la formazione “del libero mercato”. Si sarebbe iniziato con un esperimento pilota di 50 persone, 25 a Rotterdam e altrettante ad Amsterdam. Se fosse stato positivo, il governo avrebbe avuto il via della maggioranza per il progetto originario di 750 persone. L’esperimento pilota inizierà nel maggio del ‘98.
Ecco alcuni dettagli del progetto del Ccbh, contenuti nel rapporto pubblicato nel luglio ’97.
Vi sono in totale 12 criteri di ammissione all’esperimento, i più importanti dei quali sono che il soggetto abbia 25 anni compiuti, che sia un consumatore quotidiano, o quasi quotidiano, di eroina, con almeno cinque anni alle spalle di questo genere di consumo, e altrettanti di trattamenti con metadone. Se queste condizioni sono soddisfatte, e per di più la persona è in uno stato di salute fisica o mentale precaria, e ha un punteggio superiore a 5 nella “scala Asi” (scala di gravità della dipendenza), il soggetto è ammesso alla sperimentazione.
Vi sono, poi, 15 criteri di esclusione. I più importanti sono che il soggetto presenti delle controindicazioni all’uso dell’eroina, come ad esempio problemi gravi, d’ordine fisico, mentale o psicosociale cui la partecipazione all’esperimento possa recare pregiudizio; e livelli di consumo superiori ai 1000 mg di eroina, o ai 150 mg di metadone.
L’esperimento avrà una durata di 14 mesi, e prenderà in osservazione tre gruppi casuali di utenti, fra loro comparati. Tutti e tre i gruppi (A, B, C) cominceranno con due mesi di solo metadone orale, ai dosaggi medi somministrati in Olanda (la dose massima di metadone ammessa nell’esperimento è di 150 mg al giorno).
Il gruppo A riceverà solo metadone per i restanti 12 mesi. Il gruppo B invece, dopo i primi due mesi iniziali, per tutto il resto del tempo dell’esperimento sarà trattato con una combinazione di metadone orale ed eroina. Il gruppo C riceverà ancora per sei mesi il metadone (oltre i primi due all’inizio), e passerà all’eroina negli ultimi sei mesi. Il dosaggio massimo di eroina consentito è di 1000 mg al giorno, e la sostanza potrà essere fumata, oppure iniettata, a seconda delle abitudini dei
consumatori. In Olanda circa il 60% dei consumatori “pesanti” fuma l’eroina bruciandola su un foglio di alluminio, mentre il 16% se la inietta, e il resto alterna le due modalità.
Nell’ottobre del ’97 ha fatto scalpore la presa di posizione di un pastore di Rotterdam, una figura ben conosciuta in Olanda nel campo della cura della tossicodipendenza. Il reverendo Visser ha aperto durante il giorno la sua chiesa di Rotterdam a un gruppo di tossicodipendenti senza casa, o che stanno troppo male per frequentare le piazze alla ricerca della droga. Così egli ha riservato in chiesa uno spazio a un piccolo gruppo di spacciatori di eroina e cocaina, che lì vendono ai tossici sostanze di buona qualità. Visser tratta egli stesso il prezzo e la qualità della droga con questi spacciatori, che nella sua comunità sono considerati come persone responsabili e rispettabili, e non trattati come criminali. Io mi sono incontrato con loro diverse volte, e ho constatato che essi hanno ben chiaro che è il reverendo Visser a dettare le regole, e non loro.
Quando Visser ha saputo degli ostacoli che incontrava il progetto del Ccbh e dell’opposizione in Parlamento dei suoi “colleghi” dei partiti cristiani, ha annunciato di voler iniziare per suo conto una sperimentazione con l’eroina. Temeva che le discussioni politiche avrebbero demolito il progetto, e poi non era d’accordo con un esperimento così ristretto nel numero. Naturalmente i due ministri, della Giustizia e della Sanità, hanno dichiarato all’unisono il blocco degli esperimenti privati del
reverendo, in competizione con quelli del governo.
Dopo queste panoramica dei fatti, vorrei concludere con un mio commento. Penso che gli olandesi facciano bene a prendere in considerazione la somministrazione di eroina sotto controllo medico, come una delle possibili opzioni terapeutiche. Ma non va esagerata l’importanza di questa opzione, almeno in Olanda, mentre può essere una possibilità assai più significativa in Paesi come la Svizzera o l’Italia. In Olanda si è introdotto il metadone molto tempo fa, nel 1967: da allora il suo uso si è sviluppato ed è oggi ben diffuso. La gran parte dei consumatori di oppiacei (circa 26.000) possono accedere a trattamenti con metadone a mantenimento. L’eroina è necessaria per quel ristretto numero di soggetti che non sono attratti dalla somministrazione di queste sostanze, o che vi reagiscono negativamente. In tutte le branche della medicina si hanno a disposizione differenti strategie farmacologiche per lo stesso disturbo, tenendo conto dei diversi tipi di pazienti. Anche nei trattamenti con le droghe dovrebbe essere la stessa cosa. Inoltre, bisogna stare attenti che l’eroina terapeutica non sia un cavallo di Troia in cui si nasconda un inasprimento della repressione. Il nostro obbiettivo dovrebbe essere invece di prefigurare vie alternative alla repressione, in modo da cominciare a sottrarre il consumo di droghe alla sfera del diritto penale.
*Docente di sociologia, Università di Amsterdam