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L’onda emozionale del caso ecstasy ha fatto rischiare, e in taluni casi realizzare, un corto circuito in cui le parole sono state più veloci del pensiero, come illustra in questa stessa pagina Giancarlo Arnao. Ma la nuova “emergenza” ha dato anche spunto ad una vera e propria criminalizzazione delle politiche che si ispirano ad un approccio più ragionevole e tollerante, ivi compresa la riduzione del danno. Così Pino Arlacchi sul Corriere della Sera non ha perso l’occasione per aggredire le politiche antiproibizioniste, in quanto le droghe artificiali sarebbero quasi del tutto “libere” e il loro mercato assai poco inquinato dalla grande criminalità. Come se per lo spaccio di queste sostanze, trattate come “pesanti”, non fossero già previste pene altissime; e come se non fosse proprio il proibizionismo a rendere incontrollata e perciò pericolosa l’offerta di sostanze stupefacenti. Ancora: si è chiesto ad alcuni cantanti, non di esprimere autonomamente il loro pensiero, ma, in un soprassalto di stato etico, di schierarsi contro la “nuova peste”. Non ci si è resi conto della strumentalizzazione e, di fronte al loro legittimo rifiuto, si è gridato alla diserzione. Ma il culmine è stato raggiunto mettendo sul banco degli imputati uno dei pochi strumenti di informazione corretta, adatta al mondo giovanile e capace davvero di proteggere la loro salute. Guai se il libretto della Lila fosse messo al bando e fossero bloccate altre incisive iniziative di prevenzione. Come è già successo al progetto della Regione Emilia Romagna di costituire unità mobili davanti alle discoteche per l’analisi e il controllo del contenuto delle pastiglie: che non ha mai preso il via perché, si è detto con troppa fretta, la legge non lo consentirebbe. Infine a Leonardo Zega che su La Stampa denuncia “chi continua a predicare la liberalizzazione e la legalizzazione delle droghe leggere” e invita minaccioso le sirene libertarie a tacere (e se non lo faranno a togliere loro spazio e ascolto), rispondiamo che sfruttare la morte di un giovane per insultare idee diverse significa dar prova di cinismo e intolleranza.