Svizzera: regolamentata l’eroina, si discute della cannabis
All’inizio di ottobre, il Parlamento svizzero ha adottato un decreto che regolamenta la prescrizione medica di eroina. Dato il clamore che ha accompagnato le esperienze svizzere in materia è opportuno illustrare il contenuto di questo atto legislativo e ricordare in quale strategia politica si inserisce.
All’inizio degli anni Novanta aveva fatto scalpore la notizia che, a causa di un marcato immiserimento di una importante fascia di persone tossicodipendenti, la Confederazione intendeva sperimentare l’uso medico di eroina. L’utilizzo di stupefacenti in trattamenti sostitutivi non era una novità. Accanto al metadone in Svizzera venivano già usati almeno un’altra decina di stupefacenti. Siccome l’eroina è invece un farmaco di cui la legislazione svizzera vieta ogni uso medico, si è optato per una sperimentazione sulla base di protocolli di ricerca validati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Nel luglio del 1997 un rapporto descriveva l’esito positivo di tre anni di sperimentazione. Gli eccellenti risultati furono ricondotti al fatto che i programmi prevedevano non solo l’utilizzo di un nuovo farmaco – l’eroina – ma lo inserivano in un articolato sostegno psicosociale.
Nel settembre 1997 il popolo svizzero respinse in modo netto (71% di “No”) un’iniziativa che intendeva iscrivere nella Costituzione il divieto assoluto di uso di eroina, nonché la rinuncia a ogni forma di legalizzazione degli stupefacenti. Il governo svizzero, leggendo questo chiaro “No” come un sostegno alla sua politica, presentò allora un disegno di legge in merito all’uso medico di eroina. Il progetto, dopo aver raccolto il favore dei governi cantonali, non ha incontrato ostacoli alle camere federali (l’unica discussione si è avuta sulla clausola dell’urgenza, dapprima negata in uno dei due rami del Parlamento e poi concessa il giorno successivo).
Questo decreto, recentemente entrato in vigore, mantiene il principio del divieto di uso medico di eroina. Questo farmaco non viene quindi inserito fra le terapie ordinarie e tanto meno diviene accessibile al singolo medico. A particolari condizioni, legate soprattutto alla tipologia dei destinatari e alle strutture utilizzate, i Cantoni possono però richiedere al governo centrale una deroga al divieto generale. Per una casistica che si ritiene possa estendersi sino a includere circa il 10% delle persone dipendenti da oppiacei, sarà dunque possibile utilizzare l’eroina quale agente terapeutico. Questi programmi devono comprendere sin dall’inizio un sostegno psicosociale e venire eseguiti sotto la responsabilità congiunta di medici e operatori sociali.
Ma qual è il contesto più generale dell’attuale politica svizzera in materia di droga? A fine novembre, il popolo svizzero dovrà esprimersi su di una seconda iniziativa popolare, denominata “DroLeg”, che intende liberalizzare il commercio e l’uso di qualsiasi stupefacente. Una tale opzione viene rifiutata dalle autorità in quanto ritenuta non realista e pericolosa. La via propugnata dalla Confederazione è più articolata. Una volta superato quest’ultimo scoglio, si intende infatti presentare un disegno di legge sulla prevenzione e sull’aiuto alle persone con problemi di dipendenza, sia da sostanze illegali che legali. La prevenzione e la presa a carico verranno così scisse dallo statuto legale di sostanze specifiche, anche in virtù della generalizzazione della poli-tossicodipendenza, che vede spesso alcool e psicofarmaci accompagnarsi a sostanze illegali.
Una terza via, dunque, né proibizionista né liberalizzatrice. Certamente proseguirà la repressione del traffico illecito, probabilmente si depenalizzeranno il consumo ed i suoi atti preparatori. Ci si sta quindi orientando verso un regime di “accessibilità controllata”, nel quale le sostanze saranno più o meno disponibili a seconda della loro effettiva pericolosità sociosanitaria. Di fatto, già oggi si conosce tale regime: tabacco e alcool sono droghe facilmente accessibili, mentre gli psicofarmaci necessitano di una prescrizione medica e per il metadone vige un regime speciale, rafforzato nel caso dell’eroina.
Insomma, le nostre società conoscono già oggi la necessità di equilibri sociali e sanitari nei confronti non solo dell’uso e abuso di sostanze, ma addirittura di comportamenti: si pensi ai disturbi dell’alimentazione quali anoressia e bulimia, alla mania del gioco o ai più recenti fenomeni di dipendenza da lavoro, pornografia o computer.
Tutto tranquillo allora? Non ancora. Prima di una riforma del diritto federale sarà inevitabile una decisione di fondo sulla canapa. Sostanza dalla bassa pericolosità sociosanitaria (tranne che nell’adolescenza), a tutt’oggi illegale in Svizzera eppure sempre più coltivata e consumata da giovani e meno giovani. Di fatto, le autorità ne devono oggi tollerare la vendita in circa 140 negozi, diffusi ovunque e denominati “canapai”. Se negli anni scorsi in Svizzera vi è stato un dibattito sociosanitario sull’eroina, l’anno prossimo sarà inevitabile una discussione socioculturale sulla canapa.
* Divisione della salute pubblica, Svizzera