Un documento prodotto da associazioni ed enti che lavorano su prostituzione e tratta delle persone, dal titolo “Prostituzione e Tratta, Diritti e Cittadinanza – Le proposte di chi opera sul campo”, è stato inviato ai ministri Carfagna, Maroni, Sacconti e Alfano e per conoscenza al presidente del consiglio Berlusconi.
Il documento è a cura di enti e associazioni di diversa natura e dimensione uniti da un pluriennale impegno in politiche e interventi sulla prostituzione e sullo sfruttamento e sulla tratta degli esseri umani, tra cui Asgi, Gruppo Abele, Caritas italiana, Cnca, Comitato per i diritti civili delle prostitute, Comune di Venezia.
Obiettivo del documento è evidenziare le problematiche e le possibili linee di intervento in merito alla prostituzione e alla tratta di esseri umani nelle sue diverse forme.
«Nella Relazione dell’Osservatorio sulla prostituzione redatta dal Ministero dell’Interno (…) – si legge – si afferma che la prostituzione non è una questione di ordine pubblico ma una questione sociale. (…) Quando, come spesso accade, la prostituzione si configura come una forma di tratta, sfruttamento o riduzione in schiavitù, tali fenomeni vanno perseguiti come previsto dalla legge. Vietare la prostituzione di strada – prosegue il documento – è una operazione non solo inefficace, ma controproducente, e molto rischiosa. L’esperienza dice anche che, là dove la prostituzione di strada crea disagio alla cittadinanza (e non dovunque ciò avviene), si possono mettere in atto strategie e azioni che ne riducono l’impatto, che risolvono i conflitti. Le questioni della pulizia dei luoghi in cui viene esercitata la prostituzione, degli schiamazzi, il disagio della cittadinanza, possono essere affrontate nel momento in cui si mettono intorno ad un tavolo le istituzioni, le associazioni, le rappresentanti di chi si prostituisce, le unità di strada: si trovano soluzioni, molto più semplici, efficaci, rispettose ed economiche di telecamere, divieti ecc.».
L’appello formula dodici proposte: 1. mantenere i diritti garantiti dalla legge Merlin ed avviare una politica ed un sistema di interventi sociali sulla prostituzione; 2. considerare il sentimento di insicurezza nei territori in cui si manifesta e gestire i problemi, attraverso tavoli di concertazione e attività di mediazione; 3. intensificare la formazione su tutto il territorio nazionale delle forze dell’ordine e delle altre agenzie sulle leggi esistenti e sugli strumenti/opportunità a disposizione; 4. avviare un Piano nazionale Anti-tratta e un sistema di Referral nazionale per la protezione delle vittime; 5. realizzare il passaggio da progetti a servizi: bandi pluriennali e aumento delle risorse; 6. prevedere gli opportuni collegamenti del sistema nazionale (sia sul piano sociale che investigativo e giudiziario) con i paesi d’origine delle vittime di tratta ed anche con altri paesi di transito e destinazione; 7. promuovere il Numero Verde in aiuto alle vittime di tratta; 8. evitare espulsione e carcere alle vittime di grave sfruttamento e tratta; 9. favorire il ricongiungimento dei familiari delle vittime di tratta; 10. assicurare le speciali tutele dovute per i minori; 11. ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa contro la tratta; 12. assumere un metodo di lavoro congiunto dei diversi attori istituzionali e non.
Il testo completo del documento su www.fuoriluogo.it.