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Da molti anni la Commissione sulle droghe narcotiche (Cnd) si riunisce a Vienna per stabilire la strategia e le politiche globali sulle droghe, ma nella maggior parte dei casi le sue decisioni sono passate quasi inosservate. Ora non più. La revisione delle politiche attuate dopo la Sessione speciale dell’Assemblea generale dell’Onu sulle droghe (Ungass) del 1998 e la ricerca di un accordo del «segmento di alto livello» della Commissione su una nuova dichiarazione politica hanno mobilitato la società civile di tutto il mondo.
Il programma «Beyond 2008» («Oltre il 2008») è una delle principali iniziative attraverso cui le Ong stanno contribuendo alla revisione, con la loro esperienza e le loro competenze. Attraverso un questionario on-line (www.vngoc.org) e tredici consultazioni in tutte le nove regioni del mondo, questo programma ha potuto presentare evidenze e idee per rispondere sempre meglio ai problemi connessi alle droghe.
Per la Commissione 2008 è stato predisposto un conference room paper (documento ufficiale della Commissione) in cui sono state analizzate le esperienze delle Ong. Durante il meeting della Commissione, il Forum delle Ong ha prodotto rapporti approfonditi provenienti da tutte le consultazioni regionali.
La Commissione ha ospitato un dibattito tematico per la revisione delle politiche. L’unico problema è che non è stata una revisione critica, non è stato neanche un dibattito, e ha offerto pochissime idee utili per andare avanti. Gli interventi delle Ong e dello stesso Forum delle Ong, al contrario, hanno offerto idee serie e un dibattito serrato, in cui persone dalle posizioni molto diverse tra loro hanno presentato esperienze e idee.
Sono emersi alcuni temi universalmente condivisi. Innanzitutto, il fatto che i problemi correlati alle droghe siano principalmente di natura sanitaria e sociale. C’è dunque l’esigenza di riconoscere che vi è stato uno squilibro storico, per cui si è investito eccessivamente sul contenimento dell’offerta, mentre gli interventi sul fronte della domanda non hanno goduto di risorse sufficienti. In secondo luogo, il rispetto dei diritti umani, inclusi i diritti culturali dei popoli indigeni e il diritto alla salute, nonché i diritti delle comunità alla sicurezza pubblica, devono essere al centro di tutte le politiche, le strategie e le pratiche future. In terzo luogo, in gran parte del mondo, senza le Ong l’offerta di servizi per la riduzione della domanda di droghe sarebbe quasi assente, eppure le Ong sono state ampiamente escluse dai processi decisionali a livello nazionale e internazionale. Per il futuro, tutti i soggetti in campo devono essere inclusi, se vogliamo sviluppare delle politiche efficaci.
In quarto luogo, un sistema di controllo delle droghe universale, da applicare inflessibilmente e senza tenere conto delle specificità di regioni e paesi, è insostenibile. Occorrono piuttosto obiettivi universali, principi fondamentali che guidino lo sviluppo delle politiche, delle strategie e delle pratiche, con la messa in campo di risposte appropriate ai problemi da affrontare.
Su altri terreni c’è stato un progresso verso una posizione comune, anche se non è stato ancora raggiunto un accordo. Il ruolo della riduzione del danno come contributo importante alla salute e a una politica delle droghe generale è stato infine riconosciuto, anche se è ancora aperta la discussione su quali siano i suoi parametri. Resta controverso il ruolo del drug testing come parte di una strategia di prevenzione, specialmente il suo uso nelle scuole: le evidenze di efficacia appaiono deboli secondo studi condotti in Australia e nel Regno Unito. Anche il ruolo dei trattamenti obbligatori imposti dai Tribunali non è universalmente accettato pur essendo ampiamente disponibile in tutto il mondo, compresa l’Italia. I disaccordi sono stati minori per quanto riguarda l’inaccettabilità di pene detentive tanto severe in quasi tutti i paesi del mondo per le persone con problemi di droga. In particolare, resta una grande preoccupazione che le pene detentive inflitte ai consumatori siano sproporzionate rispetto alla violazione di legge commessa. Su questo, non tutti i presenti si sono trovati d’accordo. Alcuni hanno sostenuto che non si può dare un messaggio di prevenzione finalizzato all’astinenza senza una pena deterrente per chi consuma. Questa posizione sembra però essere diventata minoritaria rispetto a dieci o venti anni fa.
Il programma «Beyond 2008» è uno dei contributi alla revisione dell’Ungass e mira a far avanzare le tematiche che vedono le Ong unite in tutto il mondo. Non è l’unico. Sia nelle stanze dell’Onu a Vienna, sia fuori, le Ong e la società civile stanno facendo sentire sempre di più la loro voce. Se non altro, siamo andati ben oltre una concezione della politica internazionale sulle droghe come questione privata dei governi.

*Vienna Non-Governmental Organization Committee (Vngoc)