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Sabato, 2 Dicembre 2000

L'INTERVISTA

La collega Bellillo: dice verità scomode per la politica

«Il problema della droga deve essere risolto Una cosa è sicura: il proibizionismo non funziona»

ROMA - «In Italia è sempre un pasticcio quando si affrontano questi argomenti. Per vent'anni abbiamo ipocritamente sostenuto la linea proibizionista, ma è chiaro che non funziona. Veronesi l'altro giorno ha detto la verità, purtroppo spesso la politica preferisce fare i conti con altre verità». Katia Bellillo, ministro per le pari opportunità, difende il suo collega, Umberto Veronesi, nonostante la bufera politica nel centro sinistra, per le sue dichiarazioni a favore dell'antiproibizionismo. Non è la politica in generale, ma è stato il presidente del consiglio Giuliano Amato a rimproverare Veronesi ed è lui che ha preferito non partecipare alla Conferenza sulle droghe di Genova.
«Sì, è strano, Amato avrà avuto un impedimento. Io comunque ci sarei andata e avrei detto quello che ha detto lui nel suo comunicato: ora non se ne fa nulla. Ma si deve trovare nel Paese una strada per risolvere il problema dei consumatori di droga senza strumentalizzazioni».
Vuol dire che questo sarà uno dei cavalli di battaglia della sinistra alle prossime elezioni?
«Noi non siamo antiproibizionisti tout court, diciamo che si deve risolvere questo problema e che è fondamentale stroncare il traffico di droga, che bisogna che chi si droga abbia la possibilità di usare la propria dose senza dover cedere ai ricatti della mafia e della criminalità organizzata. Dobbiamo discuterne e stabilire come risolverlo, partendo dal fatto che il proibizionismo non funziona».
Difficile una discussione pacata con i cattolici, visto che la ministra Toia (Ppi) dice che Veronesi fa dichiarazioni «da sballo»...
«Ma la sinistra deve ritrovare il coraggio, tornare tra la gente. Lo sa che anche tra gli elettori del Polo su temi speciosi come questo o come quello delle famiglie di fatto la maggior parte la pensa come noi? Il problema è tradurre tutto questo in politica».
Il vostro candidato premier Francesco Rutelli non ha preso posizione su questo argomento.
«Il punto è che il centrosinistra mette insieme forze che la pensano allo stesso modo su questioni fondamentali come il fatto che la persona sia più importante del profitto, come l'attenzione ai più deboli. Ma anche nel centrodestra su certi temi ci sono sensibilità diverse. Il problema dei cattolici ce l'hanno anche i liberali e gli ex socialisti e laici del centrodestra, e loro in più hanno un personaggino come Storace. La via antiproibizionista è trasversale».
Nel centrosinistra ci sono anche altre posizioni, laiche ma più moderate sulla soluzione da dare al problema droga. Come quella del ministro Fassino che propone non la depenalizzazione ma pene alternative per i tossicodipendenti.
«Benissimo. Ma noi del centrosinistra dobbiamo renderci conto che possiamo avere la forza della politica, che possiamo sostenere il confronto, mentre la destra è rissosa e sempre più incline a usare slogan di poco contenuto».
Oltre alla critiche interne al centrosinistra, c'è anche il problema Chiesa. Il Vaticano ieri ha replicato duramente anche sulla proposta di Veronesi di vendere i preservativi a un prezzo più basso per prevenire le malattie come l'Aids.
«Ma la Chiesa fa la Chiesa. E fa benissimo a sostenere le sue posizioni. Così come i musulmani dicono che è proibito mangiare il maiale e i testimoni di Geova non vogliono fare le trasfusioni, così i cattolici possono fare sesso soltanto per procreare».

Gianna Fregonara

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