Antinausea nelle chemioterapie
antitumorali, analgesica, antispastica nella sclerosi multipla
e nelle lesioni traumatiche del midollo spinale, stimolatrice
dell’appetito, anti-glaucoma, antidepressiva, e molto altro
ancora. Queste le proprietà terapeutiche della cannabis,
secondo il libro bianco presentato oggi da Fuoriluogo a
Genova, in occasione della terza conferenza nazionale sulle
tossicodipendenze. Il libro sarà consegnato anche al ministro
Veronesi, assieme a una lettera aperta in cui si chiede il suo
intervento per eliminare tutti quegli ostacoli che impediscono
l’uso terapeutico dei cannabinoidi in un contesto di legalità
e sicurezza.
Il “Libro bianco sugli usi terapeutici
della cannabis”, ottavo dei quaderni di Fuoriluogo, e oggi
disponibile on line all’indirizzo http://www.fuoriluogo.it/,
riporta le testimonianze di pazienti che hanno sperimentato la
cannabis per curare le malattie più diverse, seguite da una
sintesi della attuali conoscenze medico-farmacologiche
sull’argomento. “Molti pazienti in molti paesi – riferisce
Maurizio Baruffi, di Fuoriluogo – nell’attesa che la
ricerca medica e farmacologia sviluppi nuovi farmaci estratti
o derivati dalla cannabis, somministrabili in modo sicuro ed
efficace, stanno chiedendo a gran voce di essere autorizzati
fin da subito ad utilizzare la sola forma di cannabis oggi
largamente disponibile: la marijuana e l’hashish del mercato
nero, o meglio di avere la possibilità di coltivare in
proprio, senza rischi legali, qualche pianta di cannabis per
autoconsumo. Da tutto ciò è nata l’iniziativa di preparare il
libro bianco”.
Tra le testimonianze, quella di Giampiero
T., 27 anni, geometra, che in seguito a un grave incidente
avuto a 19 anni soffre di crisi epilettiche, per le quali si
cura con una terapia a base di barbiturici, che dà pesanti
effetti collaterali. Comincia a fumare marijuana, e le crisi
epilettiche cessano. Ma si ripresentano puntualmente nei
periodi in cui smette di fumare. Alla fine, il parere del
medico: “In considerazione dei vantaggi apportati da questa
sostanza al signor Giampiero T., dei bassi livelli di rischio
tossicologico e dei consistenti effetti collaterali
sperimentati con i farmaci antiepilettici legali, si ritiene
farmacologicamente corretto e umanamente doveroso che il
signor Giampiero T. sia autorizzato alla terapia
antiepilettica con cannabis indica seguita da monitoraggio
medico”.
Con il libro, Fuoriluogo consegna al
ministro anche la lettera, in cui i pazienti chiedono a
Veronesi di fare quanto è nelle sue possibilità per:
l’immissione nel prontuario farmaceutico dei cannabinoidi di
sintesi già disponibili in commercio in altri paesi
(dronabinol e nabilone); l’individuazione di laboratori
pubblici e istituti universitari per la produzione di
preparati naturali di cannabis; il finanziamento di ricerche
su modalità di assunzione dei cannabinoidi alternative al
fumo; la sperimentazione, presso l’Istituto superiore di
sanità o altri istituti di ricerca, di protocolli terapeutici
in quelle patologie in cui ci sono promettenti evidenze, ma
non ancora certezze.
29 Novembre
2000