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il manifesto
18 NOVEMBRE 1999


Pillole di informazione per non sballare

VESPRI di NORMA RANGERI

L a tv non dà l'estasi ma qualche volta aiuta a capirla. Così è stato per la puntata di Circus riservata all'improvviso bombardamento mediatico sulle pillole dall'impegnativo nome di "ecstasy". "Chi è senza pasticca scagli la prima pietra" il titolo biblico scelto da Michele Santoro per introdurre il tema delle droghe sintetiche. Con un tendone pieno di ragazzi, madri, medici, dj e discotecari.

Abbiamo visto le saune-discoteche (come quella dove è morto il diciottenne di Brescia), fabbrichette di svago bene inserite nel tessuto industriale, anello di un sistema di produzione-consumo basato sulla richiesta di prestazioni individuali sempre al massimo (nel lavoro, nello sport, nella vita privata): per il sesso c'è il Viagra, per lo sport c'è il doping, per il divertimento c'è l'ecstasy.

Succede da dieci anni nell'indifferenza generale: i ragazzi vivono lo sballo in ambienti con temperatura a 40 gradi senza possibilità di bere perché i gestori chiudono i rubinetti dei bagni per far pagare 2000 lire un bicchiere d'acqua e poi, se uno sta male, lo sbattono fuori per non avere problemi. Abbiamo scoperto che chi consuma ecstasy ne diventa anche spacciatore e che l'offerta di pasticche dilaga. Tutto raccontato dai ragazzi.

Poi il circo santoriano ha risalito la corrente delle cause di un uso così massiccio delle nuove droghe, invertendo la prospettiva: il disagio? è quello che gli adulti buttano addosso alle giovani generazioni. Non c'entra la musica, inutile demonizzare i decibel. Con un originale esperimento è stata assolta: i battiti della "tecno" sono gli stessi della musica tribale usata per lo stato di trance, solo che oggi non c'è la coscienza nè la pazienza di fare un'esperienza sensoriale, ma solo la fretta di sballare in due ore.

Allarmismi e generalizzazioni non servono. Se un dj di esperienza come Linus dice che lui nelle discoteche dove lavora e che frequenta non ha mai visto una pasticca, se dice che dove c'è la tecno l'80 per cento degli avventori sono maschi, se dice che i divertimentifici sono senza regole, possiamo credergli.

E, infine, una parola difficile ma di verità sulla droga: "La droga fa bene" afferma Santoro, commettendo un (grave) errore lessicale, per intendere che la droga dà piacere. E' una verità da imprescindibile per orientarsi nell'analisi del pillolificio dell'era moderna.


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