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il manifesto
26 SETTEMBRE 1999


TORONTO FESTIVAL

Un documentario sulla marijuana. Torna Ron Mann

- G.D.V. - TORONTO

Q uattrocento ore di filmini di repertorio e otto anni dopo il suo ultimo film (Twist), il documentarista canadese Ron Mann riappare sui grandi schermi. Ancora una volta, la prima mondiale del suo film è stata al festival di Toronto. Il titolo, Grass, ovvero erba, dice tutto. Come la sua divertentissima esplorazione sul twist, questo viaggio non tanto nella cultura quanto nella storia del proibizionismo della marijuana è ossessivo, ricchissimo e irresistibile. Documentarista spurio, atipico, Mann non appartiene né alla tradizione "verité" di un Wiseman né a quella della ricostruzione drammatica di un Errol Morris (che a Toronto ha ripresentato Mr. Death). La sua chiave è il girato preesistente, il suo taglio iperbolico piacerebbe al John Landis di Kentucky Fried Movie e Amazing Women on the Moon. I suoi amori sono i documentari "attivisti" di Emile De Antonio e di Les Blank.

Anche Grass, in effetti, ha un modo agitprop. Servendosi al meglio di immagiini di repertorio che vanno dal muto ad oggi, e che comprendono fiction, filmini educativi anni 30/40 e tg, Mann ripercorre la storia della percezione della marijuana in Usa e delle leggi che l'hanno osteggiata. "Ho iniziato a pensare al film qualche anno fa, rendendomi conto di come, negli anni 90, la marijuana fosse una realtà acquisita".

All'inizio del suo film, il clima è infatti di puro terrorismo. Con cowboy improvvisamente rissosi dopo una sigaretta "speciale", incidenti stradali provocati da spinelli, persecuzioni dei contadini messicani che la portavano con sé da oltre frontiera, l'arresto di Robert Mitchum e così fino agli anni di Nixon, sempre con un tono assolutamente minaccioso. L'idea della liberalizzaizone era stata ventilata da Carter (ma il primo vero sostenitore era stato il sindaco di New York Fiorello La Guardia), oggi siamo tornati al "non ho aspirato" di Clinton. E'spesso una storia di ipocrisia, ignoranza e opportunismo politico, a cura del Federal Bureau of Narcotics, che sarebbe poi diventato la Dea. L'Hoover della situazione, uno zar che, dagli anni 30, ha condotto la guerra alla marijuana fino ai tempi dell'amministraizone Kennedy, si chiamava Harry Anslinger.

Inizialmente il voice over del film doveva essere di Robert Mitchum. Dopo la morte dell'attore, nel 1997, la scelta è caduta su Woody Harrelson. Tra gli artisti che hanno dato gratis le loro musiche al film, Bob Dylan e Mark Mothersbaugh (Devo).


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