Giampiero T., 27 anni, geometra. A 19 viene
investito da un'auto, 45 giorni di coma, poi viene dimesso
dall'ospedale. A un anno esatto dall'incidente, la prima crisi
epilettica. Di nuovo un ricovero e dosi massicce di
antiepilettici, per 10 mesi. Qualcuno gli dice che può curarsi
con la marijuana. Sospende i farmaci e si procura un'erba che
non aveva mai fumato prima. Dal '94 al '97 non ha più avuto
una crisi. Ma nel '96 gli sequestrano 11 piantine che
coltivava in casa, passa 2 notti in carcere e viene condannato
a un anno e mezzo. Nel marzo 2000 viene però assolto perché
"il fatto non costituisce reato".
A causa di un
trasferimento, interrompe per un anno la marijuana e ha di
nuovo quattro crisi con ricovero, rifiutando sempre di
assumere farmaci.
Dal '98 riprende la sua terapia
"proibita" e da allora non ha mai più avuto crisi. Ecco le
conclusioni di Nunzio Santalucia, il medico dal quale è in
cura: "In considerazione dei vantaggi apportati al signor T.
da questa sostanza, dei bassi livelli di rischio tossicologico
e dei consistenti effetti collaterali sperimentati con farmaci
antiepilettici legali, ritengo farmacologicamente corretto e
umanamente doveroso che il signor T. Sia autorizzato alla
terapia antiepilettica con cannabis medica seguita da
monitoraggio medico".
C'era anche Giampiero T.
all'assemblea nazionale promossa dal cartello "Per un'altra
politica sulle droghe". Sono 6 i "casi clinici" contenuti nel
Libro bianco curato dal Centro culturale cannabis, da
Forum droghe e dal Medical Cannibis. Ciascuno
con una differente patologia, tutti e 6 i malati hanno in gran
parte risolto il loro problema grazie all'assunzione
terapeutica di hascisc e marijuana. Ed è questo che scrivono,
in una lettera aperta, al ministro della sanità Umberto
Veronesi: "Siamo un gruppo di pazienti affetti da differenti
patologie... la possibilità di poter liberamente fare ricorso
ai derivati della cannabis che si è rivelata in grado di
aiutarci a trovare sollievo alle nostre sofferenze, è
fortemente limitato dal fatto che si tratta di sostanza non
reperibile legalmente. L'unica maniera per ottenerla è il
ricorso al mercato nero, comportamento che molti di noi
ritengono eticamente censurabile oltre che rischioso. Le
chiediamo di fare quanto è nelle sue possibilità...". Quattro
le loro richieste: 1) - Immissione nel prontuario
farmacologico dei cannabinoidoi di sintesi già disponibili in
commercio negli altri Paesi; 2) - Laboratori pubblici e
istituti universitari per la produzione di preparati naturali
di cannabis; 3) - Il finanziamento di ricerche su modalità di
assunzione alternative al fumo; 4) - La sperimentazione presso
l'Istituto superiore di sanità o altri istituti di protocolli
terapeutici in quelle patologie in cui ci sono promettenti
evidenze ma non ancora certezze.
Questa mattina il ministro
Veronesi aprirà, con i ministri della Solidarietà sociale e
della Giustizia, la terza Conferenza governativa sulle
droghe. Risponderà a Giampiero
T.?