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il manifesto
28 NOVEMBRE 2000


Danno dopo danno
ANNA PIZZO - GENOVA

" Voglio che si sappia che da circa un quarto di secolo ho fatto uso di droghe, soprattutto cannabis, traendone molte gratificazioni e pochi svantaggi, ma sempre rimanendo nella facoltà di controllare le sostanze. Questa dichiarazione vuol essere l'ultimo contributo alla lotta contro l'idiozia". E' un brano del testamento lasciato da Giancarlo Arnao, il grande esperto internazionale di droghe scomparso da pochi giorni. Lo ha inviato all'assemblea di Genova sua moglie, Christa, "nella speranza - scrive - che continuiate le nostre lotte antiproibizioniste".
L'Assemblea nazionale antiproibizionista che si è tenuta ieri a Genova ha letto le ultime volontà di Arnao e lo ha ricordato in apertura con le parole di chi lo ha conosciuto bene: Don Gallo e Claudio Cappuccino: "E' grazie a lui che molti sono riusciti a non dire tante sciocchezze e a evitare che tante sciocchezze venissero dette".
Quattrocento forse cinquecento persone hanno affollato, fin dalle 3 del pomeriggio, il Centro civico di Sanpierdarena, luogo scelto dal Cartello Per un'altra politica sulle droghe e dal Mdma (Movimento di massa antiproibizionista) in un confronto serrato e senza preclusioni né pregiudizi, ma in aperta polemica con quello ufficiale e blindato che aprirà i battenti questa mattina. Esponenti di associazioni, operatori italiani ed internazionali, centri sociali, persone che fanno uso di droghe, medici, rappresentanti della Cgil, del parlamento e dei partiti, il sottosegretario alla giustizia Corleone, hanno stipato per l'intero pomeriggio la grande sala rivelatasi troppo piccola per contenere tutti.
Confronti, testimonianze, relazioni, inchieste: l'assemblea ha dimostrato come sia possibile, liberando il campo da arroccamenti ideologici, produrre scienza e conoscenza. A cominciare dall'ampia relazione del responsabile del Centro di ricerca sulla droga di Amsterdam, Boekhout, che ha brevemente tracciato un bilancio delle esperienze di somministrazione controllata di eroina nel suo paese concludendo come, rispetto a 5 anni fa, molti passi in avanti siano stati compiuti in Europa: "Cinque anni fa - ha detto - l'Olanda era un eccezione. Ora l'eccezione è la Svezia, che continua a rifiutare la strategia della riduzione del danno". Boekhout, con il pragmatismo tipico degli scienziati, ha fatto parlare le cifre: 25 mila sono le persone in Olanda che hanno "problemi" con le droghe, su una popolazione di 16 milioni di persone. La sperimentazione (che ha riguardato per ora solo 1000 tossicodipendenti) ha dato risultati simili a quelli della Svizzera: precipitano i crimini legati alle proibizioni, precipitano le malattie e le overdosi.
E se Cecilia D'Elia, presidente di Forum droghe, lamenta giustamente come tra le molte, gravissime omissioni, la conferenza del governo abbia espulso perfino il confronto europeo, Vittorio Agnoletto della Lila è tornato inesorabilmente sui dati: 15 mila persone sono in carcere per droga, solo 1000 sono in custodia attenuata e solo in pochissimi penitenziari si somministra metadone. E ancora: delle 33 mila persone morte negli ultimi 15 anni per droga o Aids, la metà potrebbero essere vive, se non ci fosse il proibizionismo. Ecco perché, ha concluso Agnoletto, "siamo costretti, in questi giorni della Conferenza, ad azioni di disobbedienza civile. Per ottenere ciò che in altri Paesi è già normale".
Sui danni causati dalla politica repressiva è tornata anche Betty Leone, responsabile delle politiche sociali della Cgil: "A chi ci accusa di essere permissivi, rispondiamo che il primo valore della persona è cercare di capire, senza la presunzione di possedere la verità".
Doppio l'appuntamento per questa mattina: apertura ufficiale della Conferenza, e in contemporanea sit-in del Mdma davanti al carcere: da qui partirà il corteo (ore 10,30) per raggiungere (e assediare) la sede del governo.


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