" Voglio che si sappia che da circa un quarto
di secolo ho fatto uso di droghe, soprattutto cannabis,
traendone molte gratificazioni e pochi svantaggi, ma sempre
rimanendo nella facoltà di controllare le sostanze. Questa
dichiarazione vuol essere l'ultimo contributo alla lotta
contro l'idiozia". E' un brano del testamento lasciato da
Giancarlo Arnao, il grande esperto internazionale di droghe
scomparso da pochi giorni. Lo ha inviato all'assemblea di
Genova sua moglie, Christa, "nella speranza - scrive - che
continuiate le nostre lotte
antiproibizioniste".
L'Assemblea nazionale
antiproibizionista che si è tenuta ieri a Genova ha letto le
ultime volontà di Arnao e lo ha ricordato in apertura con le
parole di chi lo ha conosciuto bene: Don Gallo e Claudio
Cappuccino: "E' grazie a lui che molti sono riusciti a non
dire tante sciocchezze e a evitare che tante sciocchezze
venissero dette".
Quattrocento forse cinquecento persone
hanno affollato, fin dalle 3 del pomeriggio, il Centro civico
di Sanpierdarena, luogo scelto dal Cartello Per un'altra
politica sulle droghe e dal Mdma (Movimento di
massa antiproibizionista) in un confronto serrato e senza
preclusioni né pregiudizi, ma in aperta polemica con quello
ufficiale e blindato che aprirà i battenti questa mattina.
Esponenti di associazioni, operatori italiani ed
internazionali, centri sociali, persone che fanno uso di
droghe, medici, rappresentanti della Cgil, del
parlamento e dei partiti, il sottosegretario alla giustizia
Corleone, hanno stipato per l'intero pomeriggio la grande sala
rivelatasi troppo piccola per contenere tutti.
Confronti,
testimonianze, relazioni, inchieste: l'assemblea ha dimostrato
come sia possibile, liberando il campo da arroccamenti
ideologici, produrre scienza e conoscenza. A cominciare
dall'ampia relazione del responsabile del Centro di ricerca
sulla droga di Amsterdam, Boekhout, che ha brevemente
tracciato un bilancio delle esperienze di somministrazione
controllata di eroina nel suo paese concludendo come, rispetto
a 5 anni fa, molti passi in avanti siano stati compiuti in
Europa: "Cinque anni fa - ha detto - l'Olanda era un
eccezione. Ora l'eccezione è la Svezia, che continua a
rifiutare la strategia della riduzione del danno". Boekhout,
con il pragmatismo tipico degli scienziati, ha fatto parlare
le cifre: 25 mila sono le persone in Olanda che hanno
"problemi" con le droghe, su una popolazione di 16 milioni di
persone. La sperimentazione (che ha riguardato per ora solo
1000 tossicodipendenti) ha dato risultati simili a quelli
della Svizzera: precipitano i crimini legati alle proibizioni,
precipitano le malattie e le overdosi.
E se Cecilia D'Elia,
presidente di Forum droghe, lamenta giustamente come
tra le molte, gravissime omissioni, la conferenza del governo
abbia espulso perfino il confronto europeo, Vittorio Agnoletto
della Lila è tornato inesorabilmente sui dati: 15 mila
persone sono in carcere per droga, solo 1000 sono in custodia
attenuata e solo in pochissimi penitenziari si somministra
metadone. E ancora: delle 33 mila persone morte negli ultimi
15 anni per droga o Aids, la metà potrebbero essere vive, se
non ci fosse il proibizionismo. Ecco perché, ha concluso
Agnoletto, "siamo costretti, in questi giorni della
Conferenza, ad azioni di disobbedienza civile. Per ottenere
ciò che in altri Paesi è già normale".
Sui danni causati
dalla politica repressiva è tornata anche Betty Leone,
responsabile delle politiche sociali della Cgil: "A chi
ci accusa di essere permissivi, rispondiamo che il primo
valore della persona è cercare di capire, senza la presunzione
di possedere la verità".
Doppio l'appuntamento per questa
mattina: apertura ufficiale della Conferenza, e in
contemporanea sit-in del Mdma davanti al carcere: da
qui partirà il corteo (ore 10,30) per raggiungere (e
assediare) la sede del
governo.