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"Terapie con la marijuana"
Si apre la Conferenza. Un Libro bianco sulle cure con l'erba e un ddl di Manconi
ROMA (c.ch.) - Storie di speranza e di riscatto dal dolore. Sergio G., Ines S., Maria M., Stefano G., Giampiero T., Luigi A.. A unire queste sei persone tra i ventiquattro e i quarantuno anni che vivono in diverse città italiane non è solo il comune incontro drammatico con una malattia. Sergio, Ines, Maria, Stefano, Giampiero e Luigi sono i protagonisti del primo Libro bianco che punta a dimostrare l'efficacia della cannabis nella cura di alcune malattie e nella terapia del dolore.
Nel giorno di apertura della terza Conferenza della droga a Genova, questi sei ammalati scrivono una lettera aperta al ministro della Sanità Umberto Veronesi per chiedergli di aprire le porte anche in Italia ai derivati sintetici della marijuana, già disponibili in commercio in altri paesi dell'Unione europea. Sull'onda di queste e di altre storie, raccolte dal Forum droghe, il senatore verde Luigi Manconi ha presentato un disegno di legge che punta a consentire anche in Italia l'immissione nel prontuario farmaceutico dei cannabinoidi di sintesi già disponibili in altri paesi.
Ieri a Genova i centri sociali hanno avviato la loro kermesse, che consisterà tra l'altro nella distribuzione di 5000 "Cannacard", una specie di Bancomat che darà diritto al ritiro gratuito di uno spinello autoprodotto, e nella analisi in tempo reale del contenuto delle pasticche di ecstasy. Oggi il ministro Livia Turco aprirà la Conferenza ufficiale.
I sei casi clinici contenuti nel Libro bianco di Forum Droghe che anticipiamo sono presentati da medici che descrivono come e perché il derivato farmaceutico della cannabis avrebbe giovato ai pazienti, a volte dal punto di vista di attenuazione dei sintomi di gravi malattie, altre come terapia del dolore. E' un documento destinato a far discutere perché richiama direttamente lo scontro tra proibizionisti e antiproibizionisti.
Giampiero T., 27 anni, geometra, viene investito da un' auto all'età di 19. Resta in coma per un mese e mezzo e a distanza di un anno viene colto per la prima volta da una crisi epilettica. Viene di nuovo ricoverato e in seguito curato per quasi un anno con farmaci antiepilettici. Poi decide di sperimentare su se stesso la marijuana, della quale ha letto gli effetti contro le convulsioni, per rinunciare agli antiepilettici tradizionali e ai loro effetti collaterali. E' "farmacologicamente corretto e umanamente doveroso", conclude il medico che esamina il caso, che ciò gli sia consentito.
Stefano G., 41 anni, impiegato, contrae da ragazzo una forma tumorale molto aggressiva. Ci sono anche delle recidive. Stefano deve subire potenti cure chemioterapiche che gli provocano tra l'altro pesanti nausee e perdita dell'appetito. Legge che negli Usa la marijuana è usata anche per evitare gli effetti collaterali della chemioterapia. Comincia a usarla e ne trae benefici sensibili. Tra l'altro, proprio per questi usi, sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, Olanda e Germania, sono stati registrati i preparati sintetici del Thc, il principio attivo della cannabis.
Ines S, 40 anni, ha la stessa malattia, le stesse cure, gli stessi effetti collaterali. Usa anche lei la marijuana. Per lei, come anche per Giampiero, si apre però il problema giudiziario: non essendo in commercio il preparato sintetico, si deve fumare l' erba. Ines e Giampiero la coltivavano in casa e per questo hanno avuto problemi con la legge.
A Maria M., 37 anni, cinque anni fa viene diagnosticata per la prima volta la sclerosi multipla. Lo stesso accade quattro anni fa a Luigi A., 31 anni. Entrambi sulle prime sono costretti a prendere dosi massicce di cortisone. Maria deve assumere anche farmaci miorilassanti per tentare di contrastare la spasticità muscolare alle gambe. E' a quel punto che Maria chiede notizie sulla sperimentazione della cannabis in atto in Inghilterra. Sarebbe disponibile a prendere il preparato sintetico (non ci sta a fumare spinelli), ma la legge italiana non glielo consente. E' più o meno questa anche l' esperienza di Luigi.
Drammatica la situazione di Sergio G., 24 anni, che a 20 dopo un incidente stradale ha perduto l'uso di gambe e braccia per le lesioni al midollo spinale. Ha sperimentato con successo derivati della canapa per ridurre l'ipertono degli arti, ma è costretto a rivolgersi al mercato clandestino. Vorrebbe poter coltivare una pianta per uso personale o trovare il suo principio attivo in farmacia come medicinale.
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