Esami di Urine

Leggo sul numero del 2 novembre di Repubblica un articolo in cui è descritto l'uso di un test per identificare se un guidatore è "drogato". Come medico di laboratorio penso che per intepretare i risultati portati ci sia bisogno di alcune informazioni integrative.

Il test in questione è stato introdotto già da molti anni negli Stati Uniti per evidenziare l' uso illecito di droghe, in modo da accertare l'idoneità a lavori particolari (autisti o piloti di aereo, militari, lavoratori a contatto con sostanze pericolose...). Per questi scopi - del tutto condivisibili - è necessario un test capace di evidenziare un uso anche occasionale o di qualche giorno prima dell'esame (in termini tecnici: un test ad alta sensibilità). Infatti il test è talmente sensibile da essere capace di scoprire la presenza nell'urina di alcune droghe anche se l'uso risale ad alcuni giorni prima, o peggio ancora se si è stati a lungo a respirare in un ambiente in cui altri le fumavano (esempio classico: abitacolo di un'auto).

Perciò la presenza di droga nelle urine non è assolutamente diagnostica di uno stato di intossicazione al momento dell' esame, ma solo di una assunzione più o meno volontaria in qualche periodo precedente, per cui la capacità di guida può rimanere del tutto integra. I test successivi di conferma di cui parla l'articolo valgono solo a confermare che la sostanza presente nelle urine è effettivamente quella individuata dal primo test, ma non possono dire nulla di più a proposito del giorno in cui questa sostanza è stata assunta.

Questa interpretazione è stata accolta dal pretore di Vicenza che, con la sentenza 106 del 1995 (riportata da "Repubblica" in data 1 marzo 1995) ha annullato l'ordinanza prefettizia di sospensione della patente ai danni di una persona cui era stata sottratta in base alla stessa errata utilizzazione del test.

Tutto questo riguarda soltanto gli aspetti tecnici e interpretativi del test, che evidentemente sono ancora sconosciuti ad alcuni occasionali utilizzatori. Non è possibile capire dall'articolo se anche gli aspetti deontologici e legali sono altrettanto conosciuti.

Pietro Alfonsi
Ospedale Santa Chiara - Trento

tratto da "la Repubblica" del 10.11.98