Torna alla pagina precedente

Una persona normale

Sono un'"insospettabile" consumatrice di canapa indiana. Tra i miei amici alcuni si fanno le canne. Come loro, conduco una vita normale, il lavoro che faccio mi piace, sono stimata come professionista (e come persona), ed è raro che io mi assenti per malattia. Pago l'affitto eccetera.

Succede che qualche volta io vada a fare qualche acquisto di canapa indiana in un'altra città, dove magari sono riusciti a coltivarla (non dimentichiamo che è una pianta). In queste occasioni ci si ritrova con gli amici e si divide l'acquisto.

Se malauguratamente dovessero arrestarmi nel tragitto eccomi trasformata in spacciatrice. E' probabile che avrei diversi problemi, anche sul posto di lavoro e qualcuno, sbagliando, cambierebbe opinione su di me. Perché? Perché si è stabilito che io non posso farmi le canne. Posso bere fino a morirne, schiantarmi con un mezzo, imbottirmi di psicofarmaci legali, come fanno sempre più persone, ma le canne no, e, attenzione, non perché sono nocive alla salute, cosa comunque da dimostrare, ma perché danno effetti stupefacenti, cosa socialmente sgradevole. Tanto per cominciare l'effetto stupefacente è piuttosto moderato, permette ad esempio di preparare la cena senza sbagliare il sale, di passeggiare fino in centro per comprare il giornale, di rivolgere la parola al giornalaio e scambiare qualche chiacchiera se viene. Qualcuno, chi ne ha, può andare a prendere i bambini a scuola e fare un salto dalla nonna. Per quello che mi riguarda sono interessata all'effetto tranquillizzante. Favorisce il buon umore o, talvolta, la concentrazione. Questi blandi effetti migliorano il mio "riposo" privato o sociale. Aumenta l'appetito.

I consumatori che io conosco amano farlo dopo cena, dopo aver lavato i piatti, quando ci si domanda come passare le ultime ore della serata. Siamo quarantenni, gente qualunque che s'incontra tutti i giorni in comune, negli uffici, negli ospedali, nei luoghi pubblici. Non sono una tossicodipendente e desidero passare il tempo libero nel mio privato e come mi aggrada certa di non attentare alla mia salute (e soprattutto a quella degli altri) più di quanto il vivere legale comporta. E' ora di liberalizzare l'uso di canapa indiana che nulla ha a che vedere con le droghe sintetiche e mai ha creato gli stessi problemi dell'alcol né sul piano sociale né a livello di salute.

tratto da il manifesto