Per Leonardo Fiorentini, Segretario nazionale di Forum Droghe “stamane ad Arezzo si è consumata l’ennesima barbarie di una legge criminogena. Walter De Benedetto, affetto da anni da una gravissima forma di artrite reumatoide, è stato costretto a presentarsi in Tribunale per rispondere dell’accusa di coltivazione di sostanza stupefacente in concorso con altri. Un malato, che si coltiva una sostanza che gli è prescritta, ma che non riesce ad ottenere nella quantità sufficiente, portato davanti ad un giudice per una condotta che più di un anno fa la Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha dichiarato di non rilevanza penale. Una condotta, quella della coltivazione di cannabis per uso personale, che non provoca vittime e che ha l’unico effetto di permettere a chi la usa di affrancarsi dal mercato illegale smettendo di finanziare le narcomafie.”
“Esprimo la solidarietà di Forum Droghe a Walter De Benedetto, ed il nostro ringraziamento per aver messo al servizio di tutti la sua battaglia personale. Insieme al processo contro Walter – annuncia il segretario di Forum Droghe – riparte il digiuno di dialogo lanciato dal sito di Fuoriluogo, sospeso durante la crisi di Governo ma che nei mesi scorsi ha coinvolto più di 300 persone. Domani digiunerò a sostegno della lotta di Walter e per ribadire le nostre richieste al Governo e al Parlamento.”
“Nello specifico” – continua Fiorentini – “chiediamo al Ministro della Salute Speranza di potenziare la produzione nazionale di cannabis terapeutica, facilitandone la prescrizione e l’utilizzo in linea con la decisione dello scorso dicembre dell’ONU che ne ha riconosciuto il valore terapeutico sottraendola al regime di maggior controllo previsto dalla tabella IV della Convenzione Unica del 1961. E poi chiediamo al Parlamento di darsi una sveglia ed affrontare il tema della decriminalizzazione e regolamentazione legale della cannabis a partire dalle proposte di iniziativa popolare e parlamentare depositate in questi anni, alcune peraltro già in discussione in commissione.”
“Questo caso specifico – conclude Fiorentini – è un paradossale esempio di come il proibizionismo faccia più danni di quanti prodotti dalle sostanze che vorrebbe controllare. Dopo 60 anni di fallimenti della war on drugs, 31 anni dopo la legge Jervolino-Vassalli e a 15 anni dall’approvazione della Fini-Giovanardi è tempo di cambiare rotta.“