“Forum Droghe rivolge al Presidente del Consiglio incaricato per la costituzione del nuovo esecutivo Giuseppe Conte un appello perché reinserisca nel programma e nell’azione di governo della nuova coalizione le politiche sulle droghe come punto strategico.” Lo scrive in una nota Stefano Vecchio, Presidente dell’associazione che si occupa di politiche sulle droghe in Italia e nel mondo dal 1995. “Chiediamo però – sottolinea Vecchio – che sia una politica che segua una netta discontinuità con gli indirizzi stigmatizzanti e incentrati sulla criminalizzazione delle persone che usano droghe sui quali a tutt’oggi poggia l’ impalcatura delle nostre leggi.”
“La vera emergenza – continua Vecchio – legata alla realtà delle droghe, in realtà, è espressa dal numero elevato di persone che risultano detenute nelle carceri italiane per effetto della legge, invece di essere curate nel circuito dei servizi. Mentre i rappresentanti della criminalità organizzata rappresentano una minoranza, come documentato in modo preciso nel Libro bianco 2019 promosso da Società della ragione, Forum Droghe, Antigone, CNCA, CGIL, Associazione Luca Coscioni e altre organizzazioni, consultabile su Fuoriluogo.it.”
“La discontinuità – conclude Vecchio – richiede un cambio di rotta che preveda l’attivazione di un circuito virtuoso che si snodi su 6 tappe. Queste riguardano l’immediata organizzazione della Conferenza Nazionale sulle Droghe che manca da troppi anni, la riforma del Testo Unico sulle Droghe che compie in questi mesi 30 anni, l’esecutività dei Livelli Essenziale di Assistenza (LEA) per quanto riguarda la Riduzione del Danno, la ridiscussione del senso e delle funzioni del Dipartimento Antidroga, una posizione italiana nelle sedi internazionali che mantenga la linea europea di “approccio bilanciato” e che si apra alle sperimentazioni in corso in giro per il mondo ed infine la riapertura in Parlamento della discussione delle proposte per la regolamentazione legale della cannabis.“
Ecco i punti che Forum Droghe pone all’attenzione del Presidente del Consiglio:
- L’immediata organizzazione della Conferenza Nazionale sulle Droghe prevista dalla legge che da oltre dieci anni non viene convocata, seguendo una logica non rituale che analizzi i cambiamenti strutturali intervenuti nel mercato e nei modelli di consumo delle droghe in relazione alle politiche adottate dai diversi governi, promuovendo un dibattito pubblico a più voci sulle nuove prospettive incentrate verso un cambio di rotta strutturale in grado di rispondere alle sfide poste dai cambiamenti intervenuti negli ultimi decenni rimaste aperte e senza alcuna risposta.
- La riforma del DPR n. 309/90 sulla base delle proposte di legge (Senato n. 937 e Camera 865) elaborate da la Società della Ragione, Forum Droghe e altri, che:
– abroghi l’art 73 e l’art 75 secondo un principio di depenalizzazione completa di tutti i comportamenti legati all’uso di droghe con l’effetto di decongestionare le carceri italiane e di pacificare le relazioni tra i cittadini;
– preveda una innovazione profonda del sistema dei servizi pubblici con il coinvolgimento del terzo settore attraverso la individuazione di una pluralità di tipologie dei servizi rivolti rivolte ai diversi modelli di consumo secondo la prospettiva della Riduzione del danno e dei rischi;
– definisca le linee per un Progetto Obiettivo Nazionale che preveda gli standard di base delle politiche dei servizi e degli interventi in generale rivolti alle persone che usano droghe che garantisca l’unitarietà degli indirizzi su scala nazionale stabilendo la percentuale di almeno il 5% sul Fondo Sanitario per tali politiche. - La istituzione di una Commissione mista tra rappresentanti della società civile, delle persone che usano droghe, degli operatori, delle Regioni e dei Ministeri competenti per definire un Atto di Indirizzo della Conferenza Stato-Regioni finalizzato a rendere esigibile gli interventi della Riduzione del Danno previsti dal DPR del 12/01/2017 di aggiornamento dei LEA, seguendo le richieste che la Rete Nazionale delle Associazioni ha già in modo puntuale rivolto alle Regioni e al Ministero della Sanità. E’ solo seguendo questa logica tracciata, tra l’altro, dalla legge che si potranno evitare e affrontare in modo pragmatico e efficace i rischi e i possibili danni legati ad esempio alla diffusione degli oppioidi sintetici o delle sostanze psicoattive diversificate anche via internet senza costruire nuovi allarmi e ansie sociali.
- Promuovere una discussione pubblica a più voci, anche nella Conferenza nazionale sull’ operato e le funzioni del Dipartimento delle Politiche Antidroga e valuti l’opportunità di mantenere in piedi questa struttura che ha ostacolato le innovazioni e in particolare le politiche di Riduzione del Danno e dei Rischi rappresentando il nostro Paese nei contesti internazionali con posizioni arretrate e tutte incentrate sul modello della guerra alla droga e dell’esasperazione del sistema penale. In ogni caso è necessario che nell’immediato vi sia una ridefinizione dei compiti e della configurazione della struttura attuale del Dipartimento iniziando dalla eliminazione della dizione “antidroga”. Si tratta di operare un cambio radicale dei suoi indirizzi politici e culturali che sia centrato sul coinvolgimento dei diversi soggetti interessati a partire dalle persone che usano droghe, dichiarando definitivamente la fine della logica della guerra ai “drogati”. In particolare chiediamo che si dia un nuovo impulso alla ricerca sull’impatto delle politiche sul fenomeno e alla ricerca, in particolare qualitativa, nei setting naturali cioè nei diversi contesti nei quali i consumatori si incontrano e usano le sostanze psicoattive al fine di mantenere un aggiornamento continuo sui modelli e stili di uso delle sostanze psicoattive in continua evoluzione.
- La posizione che l’Italia assume a livello internazionale, comunitario e in ambito ONU, deve mantenersi in linea con l’”approccio bilanciato” espresso dalla Commissione Europea nelle sedi di politiche globali sulle droghe. In tutte queste sedi è inoltre necessario che l’Italia si faccia protagonista, con molti altri Stati già su questo attivi, di una posizione alternativa all’attuale approccio globale, centrato sulla penalità e sul contrasto a politiche innovatrici di regolazione legale del mercato, recuperando le esperienze già realizzate con successo sia in molti Stati degli USA e in Canada che nel continente Latino Americano.
- Riattivare il dibattito parlamentare sulle proposte di regolazione legale del mercato della cannabis per uso ricreativo a partire dalle diverse proposte di legge elaborate nelle scorse legislature anche dalle associazioni e di quella di iniziativa popolare che ha raccolto oltre 60.000 firme; rendere meglio esigibile l’uso terapeutico della cannabis, previsto dalle vigenti normative ma ancora di difficile accesso da parte dei pazienti in molte regioni italiane garantendo anche la disponibilità dei preparati a base di cannabis terapeutica estendendo la produzione nazionale anche a soggetti terzi rispetto all’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze.