Subito dopo il primo lockdown, nella primavera del 2020, un gruppo di ricercatori e di operatori di diverse città italiane ha voluto capire come le persone che usano droghe hanno gestito il confinamento, i loro consumi, il rapporto con il mercato illegale. Hanno scoperto che l’allarme lanciato da molti – rischi di un aumento del consumo, viraggi fuori controllo, aumento dei danni correlati – non era giustificato.
La ricerca rivela, ancora una volta, strategie, competenze e capacità di chi usa droghe di adeguare e controllare i propri consumi, rinnovando la lezione appresa dalla ricerca internazionale sul consumo controllato. Insieme, la ricerca fa emergere le conseguenze di quelle disuguaglianze che, per ognuno/a di noi, hanno pesato e pesano sull’impatto che la pandemia ha sulla vite e sulla salute: lavoro, reddito, reti sociali, casa, servizi fanno la differenza. Ancora una volta, la combinazione tra droga, set e contesto sociale racconta un’altra storia, diversa dalla retorica dominante.
Il report finale della ricerca “La vita e i consumi delle persone che usano droghe durante il primo lockdown. Una ricerca qualitativa” sarà presentato Venerdì 11 febbraio dalle 17,30 alle 19,30 in un webinar on line a cui è possibile iscriversi qui.
I curatori della ricerca – Stefano Bertoletti, Claudio Cippitelli, Emanuele Perrone, Susanna Ronconi dialogheranno con un gruppo di esperti, ricercatori, operatori, persone che usano droghe. Partecipano al dibattito Grazia Zuffa, Vanessa Roghi, Edo Polidori, Patrizia Rizzotti, Patrizia Meringolo, Denise Amerini, Valentina Mancuso, Stefano Vecchio, Pino di Pino, Lorenzo Camoletto.
La ricerca, condotta da Forum Droghe, CAT e Parsec è frutto del lavoro volontario di operatori e ricercatori di numerose realtà del pubblico, del privato sociale e dell’associazionismo, ed ha ha avuto il sostegno di ITARDD e CNCA.