Forum Droghe, l’associazione che da 25 anni si occupa della riforma delle politiche sulle droghe con status consultivo all’ONU, esprime grande preoccupazione per i recenti eventi accaduti in alcune carceri italiane a seguito della crisi del coronavirus, nel corso dei quali – secondo quanto ha riportato la stampa – sono morti quindici detenuti, alcuni sembra per intossicazione acuta da psicofarmaci e metadone.
Ci pare che la modalità impositiva con la quale sono state applicate misure immaginate per salvaguardare la salute dei detenuti, senza adeguata informazione e coinvolgimento dei detenuti stessi, sia stata una mossa poco responsabile. L’interruzione repentina dei colloqui con i famigliari e la sospensione di tutte le misure di semilibertà e dei permessi rappresentano una vera e propria violazione dei diritti umani, soprattutto perché applicate senza adeguate soluzioni alternative, quali il rafforzamento e l’attivazione delle altre forme di comunicazione con l’esterno già permesse dal regolamento come le telefonate e le sessioni di videoconferenza.
L’effetto paradosso di una misura che avrebbe dovuto proteggere la salute dei detenuti dal coronavirus e che in realtà ha determinato morti, devastazioni e interruzione di ogni misura di flessibilità nella circolazione interna agli istituti dei detenuti, in un clima ancora più irrespirabile e repressivo, mette sempre più in evidenza che l’ingestibilità delle carceri italiane è legata alla concezione ancora imperante del ruolo di istituzione totale e sempre più socialmente pervasiva che le si attribuisce e alle leggi che la sostengono e riproducono.
In questo contesto, le morti dei detenuti avvenute per presunta assunzione di psicofarmaci e metadone, che in genere è custodito in cassaforte, evidenziano la gravità della ostinata e miope volontà di negare la evidente presenza – anche in situazioni ordinarie – di sostanze psicoattive provenienti dall’esterno e circolanti nelle carceri, e di conseguenza di non rifornire i servizi sanitari di emergenza degli Istituti con i farmaci antagonisti salvavita come il naloxone e l’anexate. Inoltre troppo spesso l’ideologia del consumo zero e dell’astinenza forzata continua ad essere il faro con il quale ancora diversi servizi sanitari intervengono in carcere, malgrado all’esterno gli stessi servizi operino con politiche molto più aggiornate e rispettose delle persone. In ogni caso risulta urgente accertare le modalità che hanno portato alla morte delle persone detenute, ad oggi non tutte chiare, secondo criteri di massima tempestività e trasparenza.
Questo momento di emergenza nazionale potrebbe essere utilizzato per mettere in atto alcune misure realmente “protettive per la salute”, come la scarcerazione anticipata dei detenuti con pene residue limitate, l’attivazione di tutte le misure alternative possibili per coloro che ne hanno diritto, la collocazione agli arresti e detenzioni domiciliari, che avrebbero il risultato “salutare” di decongestionare le carceri italiane, oltre a garantire comunque forme di comunicazione adeguate con i famigliari per chi è detenuto. Nello stesso tempo tali misure avrebbero la funzione di preparare il terreno, proprio a partire da una emergenza nazionale come questa che rende esplosive le contraddizioni della logica del carcere totale e della tolleranza zero, per iniziative di cambio radicale di rotta delle leggi sulle droghe.
Come più volte abbiamo messo in evidenza la legge sulle droghe da trent’anni riempie le carceri italiane, nella gran parte dei casi a causa di reati minori. Come si evidenzia anche nell’ultimo Libro Bianco, un terzo dei detenuti è legato alla tossicodipendenza e se si aggiungono i detenuti con reati per il piccolo spaccio si sale a circa il 50% della popolazione carceraria. Da tempo Forum Droghe con molte altre realtà ha elaborato e proposto alla discussione del Parlamento disegni di legge che prevedono sia una completa decriminalizzazione delle condotte legate all’uso personale di droghe sia un abbassamento delle pene per i reati minori, una revisione radicale del sistema degli interventi nella prospettiva della Riduzione del danno, e l’ampliamento delle misure alternative alla detenzione per il piccolo spaccio. Oltre che naturalmente la regolazione legale della cannabis. Tutte misure che risolverebbero il sovraffollamento delle carceri riducendo drasticamente anche i rischi legati alla gestione delle epidemie, affrancando nello stesso tempoampie aree di popolazione da stigmi insopportabili e socialmente e culturalmente deprivanti.
Forum Droghe continuerà a battersi, insieme alle reti delle persone che usano sostanze, agli operatori, alle associazioni che si battono per i diritti dei consumatori e dei detenuti, per mantenere alto il livello di guardia nel dibattito pubblico e nella iniziativa politica e parlamentare su queste proposte. Proposte che risolverebbero il sovraffollamento delle carceri e nello stesso tempo restituirebbero il diritto alla cittadinanza per una parte importante delle persone che vivono e transitano per il nostro Paese.
Forum Droghe ONLUS
Firenze, 12 marzo 2020