L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha deciso di raccomandare la modifica dello status della cannabis. Dopo un lungo lavoro di review della ricerca scientifica sugli usi terapeutici e sugli eventuali danni e pericoli derivanti dal suo uso, l’OMS ha inviato a gennaio 2019 il suo parere all’ONU.
Il processo era iniziato a maggio 2018, quando anche Forum Droghe, Associazione Luca Coscioni e Società della Ragione avevano inviato una nota rispetto all’esperienza italiana. L’esito era atteso nel dicembre dello stesso anno, ma come abbiamo raccontanto nella sorpresa generale l’OMS si era preso qualche altra settimana definendo ancora “riservato” il rapporto finale.
Nel documento l’OMS raccomanda in primis la rimozione della cannabis dalla tabella IV della convenzione del 1961, ovvero quella che contiene le sostanze particolarmente dannose e di valore medico o terapeutico estremamente ridotto e l’inserimento di determinate preparazioni farmaceutiche a base di cannabis nella tabella III della stessa convenzione, quella delle sostanze con valore terapeutico e con basso rischio di abuso. Inoltre il THC viene rimosso dalla Convenzione del 1971 e ricondotto alla sola tabella I della convenzione del 1961. Infine l’OMS esplicita che le preparazione di cannabidiolo puro, con meno dello 0,2% di THC, non devono essere sotto controllo internazionale.
Questa presa di posizione della massima autorità sanitaria mondiale rappresenta un importante passo avanti nella politica internazionale della Cannabis e una chiara vittoria delle prove scientifiche sull’ideologia. Ora i decisori politici, a livello globale e nazionale dovranno tenerne conto, una volta recepite dalla Commission on Narcotics Drug (CND) dell’ONU. 53 Paesi delle Nazioni Unite ora dovrammo approvare le raccomandazioni dell’OMS in sede di CND, modificando così le tabelle delle Convenzioni, con un voto a maggioranza semplice. La decisione era inizialmente pianificata per marzo 2019 a Vienna, ma il 25 febbraio, durante una seduta intersessionale della CND. Ma il voto è stato rimandato.
In passato l’OMS aveva già stilato una raccomandazione per la riclassificazione della cannabis, che fu però lasciata in un cassetto, come raccontato su Fuoriluogo nel gennaio 2005.