Il New Jersey potrebbe essere il primo stato USA a legalizzare la cannabis ad uso ricreativo tramite una legge del parlamento e non per via referendaria. Questo grazie alla netta vittoria di Phil Murphy, neo governatore democratico dello Stato, che ieri ha battuto di 13 punti la contendente Kim Guadagno. Il risultato finale 55,4% a 42.5% ha confermato i sondaggi di questi mesi che davano il candidato democratico in forte vantaggio.
Il dato politico importante è che Murphy si è impegnato a legalizzare l’uso ricreativo della cannabis entro i primi 100 giorni del mandato. Il che vorrebbe dire unirsi agli altri otto stati (più il distretto federale di Washigthon) che già hanno legalizzato la marijuana per referndum. Il New Jersey potrebbe quindi superare in volata il Vermont che ha “rimandato” a gennaio 2018 la discussione sulla legalizzazione della cannabis dopo il veto del Governatore Smith.
Murphy ha motivato il suo favore alla legalizzazione per i problemi legati al più alto numero di arresti e condanne nella popolazione afroamericana. Un dato più volte denunciato dalle associazioni per i diritti umani e per la riforma sulle droghe. “Questa è la ragione per cui dobbiamo legalizzare la marijuana – non perché possiamo fare dei soldi. Questa è l’ultima ragione“, aveva detto Murphy durante il primo confronto elettorale con la sua avversaria. Ma non è una questione indifferente, visto che il neo Governatore per finanziare alcune delle sue iniziative ha annunciato tre nuove tasse. Una di queste è proprio legata alla cannabis legale. Secondo uno studio lo Stato potrebbe raccogliere sino a 300 milioni di dollari l’anno dalla legalizzazione.
Una proposta di legge per la regolamentazione legale della cannabis è già stata depositata al Senato del New Jersey dal Sen. Nicholas Scutari.
Sempre in tema di droghe Smith si è anche impegnato ad affrontare la crisi di overdose da oppioidi. Le proposte prevedono la regolamentazione delle prescrizioni di farmaci a base oppiacea, promuovendo la prevenzione degli abusi ed un più facile accesso ai trattamenti. E, in prima istanza, al naloxone.